Certo, errare è umano, ma se l’errore è compiuto da chi deve verificare che gli altri ne compiano il meno possibile, è particolarmente grave. Uno studente ha denunciato una svista, almeno secondo lui sarebbe tale, presente nel test di italiano della prova Invalsi delle superiori, svoltasi il mese scorso. All’interno di un brano sottoposto agli studenti e tratto dal Giardino delle Esperidi di Giuseppe Pontiggia è presente la frase «Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico». La citazione viene attribuita al pianista Rubinstein quando, in realtà, sarebbe di Niccolò Paganini. E’ così grave? A dire il vero, anzitutto, si tratta della citazione di una citazione: non è, infatti, esattamente l’Invalsi ad aver sbagliato autore, ma l’autore del brano riportato dall’Invalsi ad aver, eventualmente, sbagliato citazione. Non solo: indubbiamente, la frase è indubbiamente attribuibile a Paganini, come specifica la Treccani che, in questo caso, fa testo. Tuttavia, capita anche che venga effettivamente attribuita a Rubinstein. Insomma, si è trattato, tutto sommato, di un peccato veniale. Dal ministero, d’altro canto,non è arrivata alcune smentita né conferma. Non è escluso, quindi, che non vi sia stato alcun errore.