Carissimi amici del Sussidiario, permettetemi alcune timide osservazione a difesa della scelta di proporre il testo di Claudio Magris come traccia della prima tipologia dell’esame di stato. Quella di Magris è stata una scelta intelligente e questo indipendentemente dal giudizio che si ha su questo autore, se lo si consideri o non lo si consideri uomo di letteratura. Per quale ragione è stata una scelta intelligente? Non per molte, in verità, ma per una sola: con il testo di Magris si è proposto un tema, il viaggio, che si riscontra in diverse discipline. Da come gli studenti lo hanno affrontato si può capire se la scuola per loro ha avuto il valore di un viaggio avventuroso, alle falde dell’umano.
In letteratura si parla di viaggio in lungo e in largo, e non sono viaggi quelli proposti da Schopenhauer e da Nietzsche? E che dire dei viaggi di Cristoforo Colombo o quelli di Gagarin o dello Schuttle? Sono pure viaggi quelli alle radici dell’io, la tensione che vibra in ogni persona e la spinge a scoprire la ricchezza della sua umanità!
Per questo la scelta del testo di Magris è stata intelligente e più che appropriata, perché è andata a sfidare gli studenti su una tematica che li ha accompagnati nel lungo e affascinante percorso scolastico. Così anche per la valutazione si apre una prospettiva interessante: gli insegnanti dovranno valorizzare chi dimostrerà non solo di aver appreso, ma anche e soprattutto di aver conosciuto i luoghi verso cui ha viaggiato. E’ importante che uno conosca il vero tema della maturità, che uno colga il legame con sé di ciò che apprende.
Si dovrebbe prendere esempio da chi ha formulato la traccia con il testo di Magris, perché diversamente dalle altre tracce estranee alla scuola reale, quella sul viaggio si è connessa con la vita quotidiana delle classi, con il contenuto dell’insegnamento. Questo ha permesso di vedere cosa gli studenti sanno conoscere.
Si è trattato di una grande indicazione di metodo su che cosa sia oggetto degli esami di stato, è questo che ci viene dal testo di Magris! Non sarà letteratura, non sarà conosciuto dagli studenti, ma un merito lo ha, e grande, quello di aver portato gli studenti a confrontarsi con un tema noto e di averlo fatto lasciando a loro la responsabilità di stabilire la direzione verso cui andare. Quindi viva Magris, indipendentemente da lui si è sfondato il muro della estraneità della valutazione alla vita della scuola reale. Traiamone il giusto insegnamento.