Ancora impazzano i commenti sulle tracce della prima prova dell’esame di stato. Vi saranno molte analisi critiche al primo testo di Magris e molti svolgimenti degli altri temi proposti da grandi professori ed esperti con corredo critico e tanto altro. Contributi da leggere e da cui, crediamo, imparare. Offriamo anche questo in forma interrogativa. Commentare le tracce della I prova agli Esami di Stato? D’accordo, ma da che punto di vista e con quali criteri? Il gradimento degli studenti? La coerenza con i programmi? L’attualità degli argomenti? La fattibilità? E se il criterio fosse: quale orientamento intendono dare alla preparazione degli studenti? Dove li vogliono portare? La tipologia A può essere sempre più assimilabile a una prova INVALSI: vorrebbe essere orientata sulle competenze. Non c’entra, ad esempio, la conoscenza dell’autore. L’analisi testuale è generica meno focalizzata sugli aspetti letterari del testo. Oltretutto, che peso ha l’analisi degli aspetti formali riferita alla Prefazione di un saggio? L’impressione è che si tratti di un ibrido, puntata sulle competenze, ma ingessata nel vecchio schema tripartito: comprensione, analisi del testo, interpretazione complessiva e approfondimenti. A proposito di quest’ultimo aspetto l’ultima richiesta potrebbe essere l’intero tema: Puoi fare riferimento anche a tue esperienze personali. Di che esperienze si tratta? Legate all’idea di frontiera? Legate all’idea di viaggio? Nell’analisi di un testo che posto occupa la mia esperienza personale? Provare a rispondervi sarebbe bellissimo. Ma ci vuole un tema intero. La stessa tendenza all’indifferenziato si può riscontrare nelle proposte relative alla tipologia B. Che, come si sa, propone 4 argomenti riferiti a 4 ambiti. Ha ancora senso questa ingessatura? Ad esempio, il primo ambito, quello artistico-letterario, propone un fotogramma della trasmissione Lascia o raddoppia? Insieme alla riproduzione di un’opera di Guttuso e di una di Warhol. Lascia o raddoppia? Appartiene all’ambito artistico o a quello letterario? Sicuramente c’entra con l’argomento: Individuo e società di massa. E gli altri documenti? Tre sono scritti da letterati, ma due non sono di letteratura: Pasolini, Canetti e Bodei, un filosofo. L’impressione è che si tendano a eliminare i confini tra discipline. Ben venga, ma facciamolo fino in fondo: via le gabbie degli ambiti! Insomma si vorrebbe puntare alle competenze, ma intanto si sono ingigantiti i programmi, si vorrebbero superare i recinti disciplinari, ma si rimane ancorati alle solite vecchie gabbie. Che cosa tutto questo suggerisce ad un prof. che vuole insegnare ed portare alla fine di un percorso la propria classe V? E poi una cosa, l’ultima. 



Da un certo punto di vista gli argomenti ci sono: l’individuo e la massa, la democrazia e il mercato, la ricerca d’avanguardia, etc. Ci sembra però che in queste tracce manchi una cosa, senza la quale non solo è difficile scrivere, ma parlare, insegnare, educare: un’ipotesi. Cioè? Un’ipotesi di lavoro, di senso, su cui dire il proprio parere, un punto dato da cui partire per poter mettersi in paragone, poter dissentire o essere d’accordo, insomma qualcosa che offra alla fine di un quinquennio superiore ad un ragazzo di 19 anni la possibilità di entrare in dialogo con tutto ciò che ha studiato e letto, con il passato e il presente, provando a fare una sintesi e a dare un giudizio. Diciamo questo perché vorremmo, ci piacerebbe, che anche chi crea queste tracce ci desse un punto di vista, facesse una provocazione o almeno suggerisse un taglio da dare in modo che in “non più di cinque colonne di metà foglio protocollo” il ragazzo potesse confrontarsi con un’ipotesi e a partire da quella, anche magari sulla scorta di documenti e conoscenze, potesse prendere una posizione, lanciare un’idea, dare un giudizio. Pensiamo che questo sia augurabile alla fine di un percorso, di un cammino di conoscenza critica del mondo e non solo chiudere con il problema di essere competenti o addestrati.



(Mario e Martino Frizziero)

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