Dicono che, per la prima volta dopo anni, il governo torna a investire sulla scuola. Il decreto licenziato dal Cdm, e presentato dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, in effetti, contiene diversi provvedimenti non trascurabili. Tanto per cominciare, «le Regioni potranno contrarre mutui trentennali, a tassi agevolati, con la Bei, la Ceb, la Cdp o con istituti bancari» per far fronte alle carenze strutturali edilizie delle scuole mentre «gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato». Inoltre, nell’ambito di un progetto denominato Welfare dello studente, sono stati messi a disposizione degli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado 15 milioni di euro «per garantire ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione». Questi soldi serviranno per coprire le spese di trasporto e ristorazione. Altri 15 milioni sono stati stanziati per la connettività wireless nelle scuole secondarie, 8 per i libri di testo ed e-book da dare in comodato d’uso agli alunni in situazioni economiche disagiate e altri 15 per contrastare la dispersione scolastica. Abbiamo chiesto a Beppe Fioroni, senatore del Pd, già ministro dell’Istruzione, come valuta il decreto.
Partiamo dall’edilizia scolastica. Ritiene che la norma sia applicabile anche agli istituti paritari?
Soprattutto per quanto riguarda le scuole secondarie inferiori e superiori, non credo che l’estensione del mutuo sia facilmente praticabile. Tuttavia, si dovrebbe fare uno sforzo normativo per prevedere che tutti i provvedimenti contenuti nel cosiddetto Welfare dello studente, ma anche tutti quelli che riguardano il potenziamento delle attività e degli strumenti didattici, sia riferibile a tutti gli studenti, a prescindere dal genere di scuola che frequentano. Il diritto allo studio, infatti, non è una variabile dipendente dall’istituto frequentato, ma dalla Costituzione, e riguarda tutti. Non solo chi frequenta le scuole statali. Tanto più che, come prevede la legge, la scuola pubblica è costituita sia dalla statali che dalle paritarie. Detto ciò, il decreto rappresenta un segnale estremamente importante perché, per la prima volta, si torna a investire nella scuola.
Perché ritiene il mutuo non estendibile?
Perché comporterebbe una modifica sostanziale della disciplina attuale.
Come giudica l’esenzione dall’Imu per gli edifici utilizzati come sede di attività didattica dalle istituzioni scolastiche paritarie gestite da Onlus?
Aggiungerei la formula “senza fini di lucro”. Per intenderci, ci possono essere entità, come ad esempio la congregazione dei salesiani, che pur non essendo una Onlus, agisce senza trarre profitto dall’attività scolastica.
Cosa ne pensa, invece, dell’abolizione del bonus maturità?
Fui io a introdurlo per primo, per impedire che chi ha studiato per cinque anni con profitto non si trovasse ad essere escluso dalla facoltà a numero chiuso perché al test d’ingresso non aveva saputo rispondere ad una domanda che non aveva nulla a che fare con i suoi studi futuri. Se non va bene il bonus così com’è strutturato, il ministro può inventarsi qualcos’altro, preservandone la ratio di fondo.
Come valuta, infine, l’assunzione a tempo indeterminato più di 26mila docenti di sostegno prevista dal decreto?
Guardi, credo che il ministro abbia varato un provvedimento utile e importante. Resta fondamentale mettere ordine nel sistema di reclutamento della nostra scuola. Mi auguro, quindi, che il ministro, dopo questo decreto urgente, intenda redigere un nuovo quaderno bianco che consenta di proiettare sui prossimi dieci anni il fabbisogno di dipendenti scolastici (docenti e non), l’andamento demografico dei nostri istituti, e l’eliminazione di sprechi e gestioni. Disponendo di numeri certi potremo dare risposta a chi sta nelle graduatorie ad esaurimento e comprenderemo il fabbisogno per le lauree magistrali e i per i Ffa.
(Paolo Nessi)