Un nuovo sistema relativo agli aumenti dello stipendio degli insegnanti. E’ quanto si capisce leggendo la nota di aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza. In sostanza, invece di legare l’aumento ai classici scatti di anzianità, si preferisce una alternativa: aumenti in base alla qualità del lavoro svolto. Insomma, si giudicherà il merito e non l’anzianità. Qualcosa che accade già in diversi paesi europei, anche se nel progetto italiano gli scatti di anzianità resteranno comunque a stabilire un peso per quanto riguarda gli aumenti. Un sistema misto dunque. Si legge nel Def: “un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera svincolata dalla mera anzianità di servizio”. Il che significa, come si legge ancora, “una maggiore qualità alle istituzioni scolastiche”. Naturalmente si comincia già a discutere e polemizzare con questa iniziativa: ci si domanda infatti chi stabilirà i giudizi di merito, innanzitutto. Quali i criteri insomma con i quali si deciderà che un insegnante è più bravo di un altro. Sul tema è intervenuto come riporta Il Messaggero, il segretario generale di Flc-Cgil Mimmo Pantaleo: “La libertà di insegnamento non è contrattabile. Il confronto sulla valorizzazione professionale si deve fare nell’ambito dei rinnovi contrattuali con risorse aggiuntive rispetto agli aumenti salariali”.