Caro direttore,
dall’8 gennaio è calato un silenzio relativo sull’Invalsi. Il comitato presieduto da Tullio De Mauro ha iniziato a vagliare i cv e le proposte programmatiche e operative dei candidati alla presidenza dell’Istituto di Villa Faconieri a Frascati. Nulla trapela, giustissimamente. Non si conoscono i nominativi degli aspirati e nemmeno quanti sono. Forse sapremo i nomi e i loro programmi più in là, a cose fatte, a concorso terminato.



Osserviamo che la procedura concorsuale adottata per la nomina del presidente Invalsi è nuova, in parte tecnica, in parte politica, in parte è – almeno in apparenza – democratica e meritocratica, in  parte invece è discrezionale e arbitraria.

Al ministro Carrozza è stato allora proposto di effettuare, sui 5 nominativi che saranno individuati dal comitato, delle votazioni primarie consultive fra tutti i docenti e i presidi, che al momento non hanno nessuna voce in capitolo, sono ignorati dal Miur. Primarie consultive cioè non vincolanti per il ministro e perciò senza dover modificare la normativa adottata. Altra possibilità potrebbe essere il sorteggio tra i 5 candidati selezionati. Così il Miur farebbe un passo concreto e significativo verso la terzietà dell’Invalsi.



Oltre al proprio cv, i candidati hanno dovuto produrre un documento programmatico non solo tecnico ma contenente anche ipotesi e proposte di tipo politico ed economico sull’attività e il ruolo futuro dell’Invalsi. Non deve essere stato semplice farlo, né si può escludere che qualche candidato abbia proposto al Miur un menù di possibilità diverse con abbinate ipotesi di costi e tempi relativi. Lo sapremo se e quando la documentazione verrà resa accessibile.

Intanto il ministro Carrozza è incappata nella vicenda – spiacevole anche per il governo – degli scatti retributivi yo-yo: concessi, ritirati, ripristinati. Questa vicenda ha portato alla attenzione dell’opinione pubblica le questioni della scuola e dei docenti, con le distorsioni e le falsità che fanno parte dei pregiudizi correnti. Ad aumentare il clamore mediatico sono poi intervenute le dichiarazioni assurde e donchisciottesche dell’on. Ilaria Capua, ancora peggio spiegate e interpretate.



Ciò nonostante, permane una relativa quiete riguardo all’Invalsi, mentre il comitato valutatore è – per così dire – riunito come in una camera di consiglio. Allora il ministro Carrozza potrebbe procedere a qualche iniziativa politica quale, ad esempio, quella di una moratoria (un “time out”) dei test Invalsi almeno all’esame di terza media, dove essi contribuiscono impropriamente a determinare il voto finale. Una simile iniziativa risulterebbe molto opportuna e contribuirebbe a rasserenare il clima, a calmare le acque. Per di più a costo zero!

Infatti, in tal senso risultano posizioni e richieste concorrenti e simili sia da chi sostiene l’Invalsi attuale sia di chi si aspetta un cambiamento.

Recentemente, Giancarlo Cerini scriveva: “appare forzato inserire una prova standardizzata all’interno di un esame (questo avviene attualmente per la terza media), perché cambia la destinazione d’uso di una prova, che da indizio di conoscenza assume invece un suo peso nella valutazione ‘legale’ di fine ciclo di un singolo allievo“.

Anche Stefano Stefanel: “Ci sono passaggi da rivedere (come il test nell’esame conclusivo del primo ciclo che assurdamente fa media con gli altri voti, ma dentro un esame che è tutto da buttare con cinque prove scritte e un orale e nessun bocciato, giusto per perdere tutti insieme un sacco di tempo), che nessuno vuole nascondere e una certa autoreferenzialità dell’Invalsi che deve essere modificata“.

Similmente Giorgio Israel, nel 2011: “considero − e ritengo che tanti la pensino allo stesso modo − che l’introduzione del ‘teaching to the test’ nella scuola sia un autentico scandalo, un fatto di estrema gravità. E il punto è questo − se ne rendano bene conto all’Invalsi −: il fatto che le prove Invalsi facciano media nella valutazione dell’esame di terza media rende inevitabile l’addestramento a superarli“.

Anche il sottosegretario Marco Rossi-Doria, nel 2013, si è dichiarato “contro i quiz all’esame di Terza Media”.

Sulla stessa posizione è la Flc-Cgil di Domenico Pantaleo che già dal 2011 (o da prima) raccoglie firme e scrive inutilmente al ministro di turno.

Infine, i Cobas hanno già programmato scioperi per i giorni 6, 7, 13 maggio 2014.

Ci pensi, valuti e provi a farlo un “time out” ai test in terza media, ministro Carrozza.