NEW YORK – All’ultimo New York Encounter (Usa) si è tenuta una discussione sul tema dell’alienazione giovanile e dell’educazione, una questione diventata urgente dopo i fatti di Newtown, con i 27 morti della scuola elementare Sandy Hook, le bombe alla maratona di Boston e altre simili tragedie. Al panel, moderato da Carolina Brito, insegnante alla scuola “Cristo Rey” di Boston, hanno partecipato don José Medina, già preside della stessa scuola, e Pedro Noguera, sociologo e professore nella New York University.



Carolina Brito ha subito posto al centro della discussione il problema dell’isolamento sociale – non a caso il titolo della sessione era Lost, perduti – e della violenza che ne risulta, alimentata anche dalla sfiducia nelle istituzioni e da un esasperato individualismo.

Per Pedro Noguera il punto centrale è che “il contratto sociale si sta sfilacciando” e si sta dimenticando la solidarietà civile. In risposta a fatti come quelli di Sandy Hook si tende ad armare gli insegnanti e ad aumentare le misure di sicurezza, rendendo così le scuole simili a prigioni. Occorre invece, citando Locke, un “contratto sociale”, una responsabilità morale gli uni verso gli altri. Le misure di sicurezza non rendono la società più sicura. Ha ricordato che, nella sparatoria della scorsa settimana in una scuola del Nuovo Messico, è stato un insegnante a convincere il ragazzino dodicenne a mettere giù il fucile, dimostrando così che esisteva almeno un certo grado di fiducia. Noguera si è quindi chiesto: “Come si costruisce la reciprocità e la fiducia?”



Nel suo primo intervento, don Medina ha sottolineato come la prima reazione alla tragedia di Boston sia stata il riunirsi della gente, come spesso succede di fronte a fatti dolorosi, dove emerge un aspetto di umanità che porta persone di fedi e provenienze diverse a mettersi insieme. Ha però fatto notare che agli insegnanti ciò non viene insegnato, non imparano a costruire rapporti con i loro studenti, perché questo non è considerato parte del loro lavoro.

Osservazioni su cui si è detto d’accordo anche Noguera. La scuola è fondamentale nel compito di socializzazione e partecipazione di valori, cosa che i test di valutazione non riescono a misurare. Poi i ragazzi rischiano di finire a drogarsi e a rubare, anche se ciò non è limitato a loro. Citando il sociologo francese Emil Durkheim, ha ripreso “l’importanza dell’autorità morale”, che non si basa sui titoli, ma sulle relazioni, sui rapporti. Non ci si può solo basare sulla paura o sull’intimidazione, è necessaria un’autorità morale.  



Gli attuali idoli culturali, quali ad esempio Bill Gates, portano con sé un forte individualismo, mentre ciò che rende sicura una società è il lavoro delle persone normali, come produrre e far crescere i propri figli. Ci deve essere un fondamento etico che ponga attenzione al bene comune. Sempre più americani vivono da soli e i più deboli, i bambini, gli anziani, i senzatetto, sono a maggior rischio di isolamento.

Eppure, vi è una caratteristica quasi genetica che spinge gli essere umani all’altruismo e all’essere parte di una comunità. Perfino Darwin non potrebbe spiegare perché nella società umana I padri tendono a stare con i propri figli. I sociologi hanno da tempo osservato che la costruzione di fiducia e la necessità di pensare in modo non solo individualistico sono fondamentali nella condizione umana e questo porta a creare rapporti con gli altri. Chi rimane isolato è più esposto ai rischi, per esempio al suicidio. Noguera riconferma il valore della famiglia per la sopravvivenza, anche se la nostra società non sembra darvi valore. E, aggiunge, la scuola è l’unica istituzione che ha il compito di preparare i ragazzi per la società e, ancora una volta, le relazioni sono fondamentali.

Don Medina ha poi riaffermato che o l’educazione ha un fondamento relazionale, o “si fallisce nell’insegnamento”. La cultura moderna, focalizzata su se stessa, non riesce più a riconoscere l’importanza delle relazioni, tanto più che per trovare una pienezza non è solo necessaria un’altra persona, ma anche una relazione religiosa. Non si può costruire una società senza il riferimento personale a un Altro.

I ragazzi sono persi perché sono persi gli adulti. Don Medina ha ribadito che “per il bambino è una posizione naturale essere alla ricerca” e ha quindi posto nuovamente la domanda: “Su cosa si fonda l’autorità morale?” Anche la scuola deve essere radicata in qualcosa per poter contribuire a creare una società.

Noguera ha poi concluso che la paura non è un buon strumento di motivazione e il tentativo di sfuggire alla punizione può portare all’abitudine a ingannare. La risposta corretta è suscitare una speranza. Così come si è capito in medicina che un medico che non riesca a interagire bene con i pazienti ha più difficoltà a guarirli, altrettanto succede con gli insegnanti. Non è sufficiente superare test e avere capacità cognitive, perché sono altrettanto fondamentali le capacità non cognitive, come la persistenza e l’interazione con gli altri, e queste vengono apprese attraverso le relazioni e i rapporti con gli altri.