Gentile direttore,
il 2014 inizia con i migliori auspici per la vicenda della presidenza dell’Invalsi. Il dibattito generato dalla nomina della commissione di esperti per il vaglio delle candidature ha restituito notizie rassicuranti a tutti coloro che tengono alla diffusione della cultura della valutazione in Italia.
Via Twitter, il ministro Carrozza si è augurato che tutta l’attenzione mediatica sulla vicenda della nomina del Comitato porti alla presentazione di ottime candidature. Proprio sulle pagine del Suo quotidiano, uno dei commissari ha piccatamente precisato che la sola nomina a componente della commissione lo porterà ad essere il più obiettivo dei commissari, anche se non fosse così favorevole alla valutazione del sistema di istruzione e formazione, come invece ha ribadito di essere.
Dopo aver letto l’appassionata risposta del commissario, mi sono anche sentito in colpa per aver dubitato del sostegno all’Invalsi da parte del ministro Carrozza. Infatti, mi sono sciascianamente chiesto se la nomina di cinque commissari che hanno fatto tutti dichiarazioni contro l’Invalsi, non fosse il modo più elegante per impedire loro di candidarsi. Se anche così non fosse, a me piace crederlo.
Ora, le domande devono essere presentate entro la mezzanotte del 7 gennaio. I commissari hanno didascalicamente riportato il quadro normativo di rifermento nel bando, che è stato scritto in modo inattaccabile. Certo ci si potrebbe scorgere qualche eccesso di accademia. Ma sarebbe stato sorprendente il contrario.
Fa bene Andrea Ichino a ricordare che tutta la procedura sarà sottoposta all’attento controllo di tutti coloro che sono interessati allo sviluppo dell’Invalsi. Però, dovrebbe anche fare di più: dovrebbe candidarsi alla sua presidenza.
In effetti, nel mio piccolo, mi auguro che non si candidi solo lui. Ma tutti coloro che hanno criticato la nomina dei commissari e tutti coloro che sono per il mantenimento di prove standardizzate e confrontabili da somministrare a tutte le scuole (con il metodo censuario contrapposto al metodo campionario). Diversamente, sempre sciascianamente, saremo costretti a pensare che basta una nomina di una cordata accademica di una certa corrente politica e scientifica per scoraggiarne un’altra dal concorrere.
Quindi, spero che Andrea Ichino, Francesco Giavazzi, Alberto Alesina, ma anche Daniele Checchi, Roberto Ricci si candidino. Insomma: a ciascuno il suo.