Dopo le polemiche, il governo fa dietrofront: “Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti”, si legge in una nota pubblicata di recente da Palazzo Chigi, in cui si spiega che la decisione è arrivata nel corso di una riunione tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Era stato il Movimento 5 Stelle a denunciare per primo la misura ipotizzata che aveva successivamente generato un mare di polemiche. “A me non interessa il rimpasto – aveva detto ad esempio il segretario del Pd Matteo Renzi – ma se il ministero dell’Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio. Non stiamo su Scherzi a parte, questo è il governo italiano. Non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro”. Nella giornata di ieri era intervenuto anche il vicepremier e leader di Ncd Angelino Alfano, secondo cui “in questo modo il governo rischia di farsi male da solo. Entreremo nel merito della vicenda, i cui dettagli ancora non conosciamo, per evitare che si verifichi il prelievo”. Di fronte anche alle insistenze del ministro Carrozza, che di recente aveva chiesto a Saccomanni di sospendere la procedura, il ministero dell’Economia aveva replicato in una nota parlando di un “atto dovuto da parte della Pubblica amministrazione. Il Dpr n.122 entrato in vigore il 9 novembre ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013 e dunque queste somme già erogate vanno recuperate”. “Se poi il ministro Carrozza – spiegava ancora il ministero – all’interno del suo dicastero riesce a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione ovviamente questo si farà”.