In uno dei suoi brani più celebri, Rino Gaetano canta che suo “fratello è figlio unico (…) perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo”. Dopo la lettura di alcuni interventi pubblicati su ilsussidiario.net a proposito del portale Eduscopio.it e, da ultimo, quello di Tommaso Agasisti il 16 dicembre, possiamo escludere che vi siano rapporti di parentela fra gli autori dei commenti e il cantautore.
In particolare, Agasisti ritiene che Eduscopio.it — il portale della Fondazione Agnelli che permette alle famiglie di confrontare oltre 4.000 scuole o indirizzi di scuola secondaria di II grado in Italia, in relazione a uno dei loro compiti fondamentali, la capacità di preparare e orientare gli studenti agli studi universitari — soffra di “tre problemi tecnici rilevanti”. Peccato che due di questi siano inesistenti e il terzo irrilevante.
Secondo l’autore, in Eduscopio.it l’istruzione tecnica è “del tutto assimilata a quella liceale” e dunque “se un diplomato non va all’università la scuola vede penalizzato il suo punteggio”. Ciò è semplicemente falso. Non solo l’istruzione tecnica e quella liceale sono tenute distinte, ma è richiesto all’utente di indicare a quale specifico comparto all’interno dell’istruzione tecnica (economico o tecnologico) o liceale (classico, scientifico, scienze umane o linguistico) è interessato prima di poter pervenire al confronto dei risultati. Dunque, Eduscopio.it promuove confronti solo di “simili con simili”, tra entità omogenee per offerta formativa e finalità educative. Allo stesso modo è falso che, se una scuola predilige la formazione per il mercato del lavoro, viene penalizzata in termini di punteggio. In nessuno degli indici calcolati esiste una penalizzazione di questo tipo.
Sostiene Agasisti che, inoltre, Eduscopio.it confronta le scuole sulla base dei risultati universitari di una sola coorte di diplomati, ciò che renderebbe i confronti rischiosi e poco informativi perché i risultati, se limitati a un anno solo, possono essere instabili. Nuovamente, è semplicemente falso. Le coorti prese in considerazione sono tre (2009/10-2010/11-2011/12), come bene esplicitato dappertutto sul sito. Alla questione è dedicato ampio spazio anche nel documento tecnico messo a disposizione degli utenti più “avvertiti” nella sezione Dati e Metodologia del portale. In quella sede, viene addirittura quantificato il grado di instabilità delle misurazioni nei singoli anni proprio per spiegare perché solo una valutazione su un arco triennale ci consente di estrarre la componente “stabile” dell’effetto scuola e rendere i controlli informativi e affidabili.
Infine, Agasisti indica un altro problema tecnico rilevante: quello dell’autoselezione degli studenti nelle diverse scuole sulla base del loro background socio-culturale. Se utenti con retroterra differenti si concentrassero in scuole diverse i confronti potrebbero essere impropri. Il dubbio sarebbe legittimo in un’ottica di accountability delle scuole, non in quella di scelta delle famiglie. Chi governa le politiche scolastiche, nella valutazione dei risultati ha effettivamente bisogno di distinguere precisamente il contributo del lavoro di una scuola dagli effetti che dipendono dal contesto socioculturale.
Invece, nel decidere a quale scuola iscrivere i propri figli le famiglie vanno alla ricerca di informazioni che riflettano la qualità del corpo docente, ma anche l’effetto dei fattori di contesto che possono influenzare gli apprendimenti e i risultati dei figli. L’impatto del gruppo dei pari (“peer effects“) — ci piaccia o no — rientra tra i fattori di contesto a cui le famiglie guardano: in questo senso, Eduscopio.it offre informazioni coerenti con le sue finalità.
Ma anche se volessimo guardare alla questione dal lato dell’accountability delle scuole, il problema potrebbe essere meno rilevante di quello che appare in linea teorica. La ricerca scientifica sulla riproduzione delle disuguaglianze sociali all’interno del sistema educativo italiano ha ormai chiarito che, a livello di istruzione secondaria di II grado, l’autoselezione degli individui per retroterra culturale e censo avviene lungo le linee delle diverse filiere educative (licei, tecnici, professionali). Di conseguenza, le scuole sono tra loro molto omogenee per composizione del corpo studentesco una volta confrontate all’interno dello stesso indirizzo formativo. Esattamente come fa Eduscopio.it, che appunto permette solo confronti all’interno di ciascun indirizzo. Quest’ultimo rilievo di Agasisti, legittimo in sede teorica, nella sostanza è irrilevante, come si può comprendere leggendo lo specifico paragrafo nel documento tecnico incluso in Eduscopio.it.
Al di là dei chiarimenti di natura tecnica e metodologica che dovevamo a Tommaso Agasisti, vogliamo spendere ancora una parola sulla visione unidimensionale che più o meno esplicitamente ci viene attribuita. È già tutto scritto sul portale, ma — visto che andare a leggerlo lì pare che costi fatica — proviamo a ripeterlo qui.
Eduscopio.it, in diversi sensi, è la tessera di un puzzle che per essere completato richiede molte altre tessere e il lavoro di molti altri attori. Ci occupiamo di scuola da tempo, perciò sappiamo che il portale si concentra soltanto su una delle dimensioni — importante, non esclusiva — attraverso le quali giudicare la qualità del lavoro di un istituto scolastico. Come detto, infatti, Eduscopio.it non presenta l’intera offerta formativa di tutti gli indirizzi di scuola secondaria di II grado in Italia (per quello esiste, in primo luogo, la Scuola in Chiaro del Miur), ma si focalizza sul confronto fra gli istituti in relazione alla loro capacità di formare agli studi universitari, offrendo alle famiglie uno specifico strumento di informazione e un aiuto alla scelta. Niente di più, niente di meno.
Dare solide basi per la cittadinanza, operare nella direzione dell’inclusione dei soggetti più deboli, prevenire i rischi della dispersione e — in particolare per alcuni indirizzi — preparare per un immediato e positivo inserimento nel mercato del lavoro sono alcune delle altre tessere fondamentali per comporre il puzzle della qualità delle scuole italiane: temi di cui, peraltro, ci siamo occupati in molte altre ricerche e continueremo a occuparci. In definitiva, Eduscopio.it può servire a integrare, ma non può né vuole sostituirsi alla gran mole di lavoro che in questo campo il futuro riserva al Miur, all’Invalsi, a tutti coloro che si impegnano a migliorare la scuola italiana e sono ormai insofferenti per i ritardi fin qui accumulati.