Si tratta di un progetto strutturato dalla facoltà di psicologia dell’Università degli studi Padova e proposto a 9 classi di scuole superiori in provincia di Brescia: educare alla morte, ai lutti, alle esperienze che non hanno un ritorno, che lasciano un vuoto. Trovare un modo di crescere e guadagnare qualcosa che renda più forti – dunque qualcosa di positivo – da esperienze buie e spaventose come, appunto, quella della scomparsa di una persona cara in un’età così giovane. L’obiettivo del progetto proposto è all’incirca questo: il titolo che gli hanno dato i decenti e gli psicologi invece è “vivere la perdita per dare un senso alla vita”. E’ stato presentato al Leonardo, al liceo Sraffa e al De Andrè di Brescia, ma anche al Falcone di Palazzolo, al Bonsignori di Redemello e alla scuola d’infanzia di Ospitaletto, lo riporta il Corriere della Sera nella sezione dedicata alla provincia di Brescia. L’associazione Memorial Marilena e la Fondazione Giudo Berlicche hanno contribuito a sostenerlo a livello finanziario: nella giornata di venerdì scorso sono stati presentati i risultati di quanto predisposto. Ha rafforzato e reso più coraggiosi i ragazzi che hanno partecipato, li ha preparati alle sfide e alle avversità. “Ci sono state delle scuole che non hanno voluto aderire al nostro progetto per via dell’argomento” ha commentato inoltre Diana Lucchini, presiedente delle terza associazione che ha dato un grosso contributo, ovvero la Priamo. Un peccato, davvero: sarebbe stata un’occasione per affrontare con persone esperte un argomento, un’esperienza della vita che molto spesso è considerato un tabù, che quotidianamente ogni persona – anche adulta – ha difficoltà ad affrontare, ad accettare e ancora di più a parlarne sinceramente in proposito.



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