Caro direttore,
in risposta all’articolo uscito ieri su ilsussidiario.net, Repubblica “svela” l’ultimo giochino sottobanco della Cisl, vorrei anzitutto invitare il sig. Pellegatta a leggere con più attenzione le affermazioni che mi vengono attribuite, prima di addebitare al sottoscritto pensieri mai espressi. Non mi sono mai sognato di incolpare in modo generalizzato le scuole superiori di non aver speso le risorse loro attribuite: ho fatto riferimento a dati che nessuno può utilizzare per trarne conclusioni affrettate e sbagliate (cioè che le scuole siano ricche e non bisognose di risorse), ma che confermano l’esistenza di un problema reale (risorse non utilizzate). 



Problema che non nasce, come il sig. Pellegatta sostiene, dal ritardato accredito delle somme. Basterebbe prendere in considerazione gli stessi dati riferiti ad anni precedenti, in cui l’assegnazione è stata più tempestiva, ma le risorse non spese erano ancor più di quelle rilevate quest’anno. Se noi ne chiediamo l’utilizzo, è proprio per contenere quanto più possibile i disagi a quelle scuole che giustamente e seriamente impegnano per intero le proprie disponibilità. Siamo anche soddisfatti di aver riscontrato, su questa linea, una condivisione unanime di tutte le sigle sindacali presenti all’incontro con la ministra del 28 gennaio. Nessuna esclusa.



Non sappiamo se appartenga alla penna del sig. Pellegatta il titolo volgarmente irriguardoso dato al suo pezzo: la Cisl si confronta per costruire accordi e intese, non fa giochini sottobanco. Non ne ha mai fatto, essendo un sindacato serio, capace di assumersi a viso aperto la responsabilità delle sue scelte, sempre mirate unicamente a risolvere i problemi dei lavoratori.

Se siamo costretti a usare le risorse contrattuali (perché di questo si tratta, e non di altro) per tutelare il salario fondamentale, è perché altre risorse ci sono state sottratte in questi anni, e non è certo dai salari già modestissimi di chi lavora nella scuola che si può attingere per risolverne i problemi, causati da scelte di politica economica e scolastica profondamente sbagliate, fra tagli di risorse e mancati investimenti. A queste crediamo si riferisse, peraltro, mons. Galantino nella sua giusta reprimenda, non certo alle intese con cui il sindacato cerca di evitare che si colpisca la risorsa più preziosa di cui la scuola ancora dispone, il lavoro del suo personale. Anche in questo caso, un sovrappiù di attenzione nella lettura, da parte del sig. Pellegatta, non guasterebbe.



Francesco Scrima
segretario generale Cisl Scuola