Caro direttore,
perché non facciamo parlare il costo standard anche per la scuola? È la domanda a cui nel seminario “Il sistema scolastico integrato. Perché non facciamo parlare il costo standard?”, svoltosi alla Camera martedì 1 aprile, abbiamo cercato di dare una risposta. Una tappa importante verso un nuovo sistema scolastico italiano, che indica che è arrivato finalmente il tempo di garantire, anche in Italia, l’esercizio del diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia e il pluralismo.



Tre esperti ci hanno condotti lungo un approfondito percorso giuridico, economico e gestionale: il prof. Falanga, il Prof. Salerno e suor Anna Monia Alfieri. Il costo standard quale strumento domanda però una ferma volontà politica affinché sia percorsa fino in fondo la strada per giungere a garantire il diritto alla libertà di scelta educativa a cui anche l’Unione europea ci richiama nel 1984 e nel 2012.



Da sempre crediamo in una scuola libera e di qualità e non vi è dubbio che sotto alcuni profili (organizzativo, amministrativo, gestionale, economico) il sistema di istruzione e formazione presenta affinità con altri sistemi di produzione di beni e servizi e pertanto da una analisi comparativa (tecnico-scientifica e non ideologica) si potrebbero dedurre criteri, metodi, procedure per ridurre i suoi costi ed ottimizzare al contempo processi e risultati.

Parlare di costo standard dello studente è un’occasione da non perdere per verificare l’efficienza e l’efficacia del sistema scolastico, per analizzarela compatibilità tra le azioni poste in atto e gli effetti ottenuti, tra costi supportati e benefici raggiunti, tra finalità attese e quelle effettivamente realizzate, ma anche per definire i livelli essenziali di prestazione (Lep) e stabilire criteri di equità distributiva tra un territorio e l’altro, tra una scuola e l’altra. 



Costo standard sono le risorse economiche ed umane impiegate annualmente per la formazione dei nostri studenti, è una voce di spesa e di investimento che permette di liberare risorse e sopratutto è uno strumento per realizzare la libertà di scelta educativa, l’anello mancante per arrivare ad una scuola veramente autonoma, libera e paritaria.  

Costo standard significa trasparenza: quale è il costo medio di un alunno di scuola statale? E per la scuola paritaria? Attraverso il costo standard, dunque, si può puntare alla proporzione tra i costi sostenuti e la qualità e quantità dei servizi erogati agli alunni. 

Infine, la definizione e l’attuazione del costo standard dell’alunno serve a rendere effettivi finanziamenti ed investimenti, a evitare sprechi, diseguaglianze, disparità e quindi ingiustizie, ma deve essere accompagnato da tre passaggi: riorganizzazione e semplificazione del sistema scolastico, autonomia e responsabilizzazione della scuola, passaggio dello stato da soggetto gestore a soggetto garante.

La scuola pubblica è la scuola di tutti e per tutti, statale e paritaria. E mi permetto di dire che solo il pluralismo educativo può permettere l’equità sociale ossia di dare risposte diverse a bisogni diversi, e far sì che la scuola sia una comunità educante al cui centro è la crescita umana e culturale di tutti.