Forse i meno giovani non ricorderanno lo scoppiettante gingle di una trasmissione dei ruggenti anni Ottanta: sì! la vita è tutta un quiz/ e noi giochiamo/ e rigiochiamo/ perché noi non ci arrendiamo/ fino a quando non vinciamo/ sì la vita è tutta un quiz/ e se indovini/ quante emozioni… Ma se si vede l’età media dei docenti parcheggiati nella graduatorie ad esaurimento, regolarmente abilitati e non arruolati, ovvero circa 50 anni di età anagrafica, all’epoca della trasmissione “Indietro tutta” targata Renzo Arbore e company (1987), probabilmente noi – docenti, incluso lo scrivente –  eravamo adolescenti oppure universitari, ancora inconsapevoli che i quiz ci avrebbero accompagnato nel nostro roseo futuro di aspiranti docenti.



Allora, facciamo indietro tutta. E incominciamo questa breve panoramica dei quiz ministeriali ideati dal Miur, menzionando in primis il test di ingresso a domanda multipla per l’accesso alla facoltà di medicina: a leggere le cronache, il risultato è che, ogni anno, ci sono polemiche e illazioni di brogli; partono i ricorsi e molti gridano allo scandalo invocando il diritto costituzionale dello studio.



Allora, il toro va preso per le corna. Come narra il mito greco, la principessa Europa è una  bellissima fanciulla e Zeus, sciupafemmine, si innamora di lei mentre la vede un giorno raccogliere i fiori sulle apriche spiagge; allora, onde poterla possedere, il padre degli dei si trasforma in un bellissimo toro bianco e si avvicina alla faciulla: Europa sale sul suo dorso e il toro la conduce a Creta attraverso il mare indaco.

Il resto è lasciato alla fantasia dei posteri, naturalmente, ma a leggere il malizioso titolo “Renzi-Giannini, le europee valgono ben un concorso”, pubblicato il 1 maggio 2014 su queste pagine, pare che la ipotetica abolizione del test di ingresso a medicina ventilata dalla Ministra, che ha dichiarato di volersi candidare alle elezioni europee, sia in sintonia con la temperie del voler prendere il toro per le corna…



La Ministra ha precisato: “Consisterebbe nel permettere a tutti di frequentare il primo anno mettendo uno sbarramento finale: se passi gli esami ti iscrivi al secondo anno, altrimenti sei fuori”, perché “il sistema dei test a risposta multipla” non viene valutato in assoluto il migliore. 

Ma dopo il test di medicina svoltosi ad aprile 2014 con la constatazione di un minimo storico dei punteggi conseguiti dai futuri medici (sono i primi figli partoriti dalla riforma Gelmini?), all’annuncio di un prossimo concorso nella primavera 2015, non può non venire in mente il quizzone del concorso 2012: in alcune regioni, in ragione dell’autonomia di ogni Commissione giudicatrice e per intrinseci problemi “tecnici”,  chi ha vinto, nel maggio 2014, non lo sa ancora perché le correzioni procedono a passo di lumaca.

Dopo il concorso del 1999 voluto dal ministro Berlinguer, ritornò, tra gli osanna di molti precari storici, di non ammessi alla Ssis, di congelati Ssis, di bocciati al concorso di quel tempo, di non ammessi al primo ciclo del Tfa, di quelli che erano nella beata speranza che si compisse il Pas (e mi fermo qui nella giungla della folta gamma di categorie con  cui possono essere catalogati gli aspiranti docenti in Italia), il ministro Profumo escogitò il sistema del quizzone per dimezzare i candidati al concorso 2012: il ministero, con giorni di ritardo, pubblicò sul suo sito il pacchetto di 3.500 domande, divise in moduli da 35, sulle quali gli iscritti al concorso si cimentarono fino al giorno della prova preselettiva.

La prova constava di 50 quesiti a risposta multipla così ripartiti: capacità logiche 18 domande; capacità di comprensione verbale del testo 18 domande; competenze informatiche 7 domande; conoscenza della lingua straniera 7 domande.

Nacquero subito le facezie inevitabilmente collegate al mondo della scuola italiano, perché alcune domande davano adito a tale approccio: «Se si cancella una lettera dalla parola ‘specchio’ quale parola di senso compiuto si ottiene?».  Enigmistica per l’infanzia? No, problem solving secondo il Miur!

Molti di noi docenti, che possiamo vantare anni di insegnamento pratico in classe, master, lauree, corsi di aggiornamento e dottorati, si sentirono mortificati da domande come «Trova un sinonimo di infingardo» oppure «Quale tra questi termini è sinonimo di elogio, complimento o encomio: Vituperio, Denigrazione, Critica, Lode» nei quesiti sulla comprensione dei testi. 

I risultati, quasi in tempo reale, avverarono le aspettative degli ideatori del quizzone computer-based: “promossi” in 2386 su 6412 che si sono presentati.

Ma ancora facciamo indietro tutta, chiedendoci le motivazioni dell’ideazione di questa ghigliottina “scientifica” per falcidiare la moltitudine di aspiranti docenti italiani, molti dei quali, se laureati dopo il 2002, erano già abilitati nella propria materia e in attesa di passare di ruolo mediante lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento.

Nel 2011 cadde il governo Berlusconi e fu chiamato a salvare la patria sull’orlo del baratro il professor Mario Monti, insignito del titolo di senatore a vita. A capo del Miur fu messo Francesco Profumo che affrontò, tra le altre patate bollenti, lo “scandalo” dei test di ingresso (leggi: quizzone) per l’accesso al Tfa (tirocinio formativo attivo), che dopo quattro anni di limbo sostituivano le decennali Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario (Ssis). I giornali del tempo riportano che nelle prove per i Tfa c’era grosso modo un errore ogni cinque domande di test. Profumo così si difendeva: “Ho ereditato anche la preparazione di quei test. Avrei potuto interromperli, ma avremmo perso un altro anno e fermato un ciclo virtuoso. La prossima prova sarà inattaccabile”. La prova “insindacabile” era il quizzone del concorso dei docenti 2012!

Mettiamo un po’ di ordine andando indietro tutta…

A maggio 2011 esce il bando per il Tfa, la cui fantasmagorica partenza era nell’aria già da un paio di anni. Quasi nelle atmosfere evocate da “Aspettando Godot”.

Il corso di durata annuale prevede subito, assieme a lezioni di didattica, un’attività di tirocinio da svolgere direttamente tra i banchi di scuola, insieme ad alcuni professori-tutor disponibili a seguire le “nuove” leve. Nuove forse, ma molti più non giovani, temprati e forgiati da anni dietro la cattedra, ma da non-abilitati, per supplenze brevi e sostituzioni di malattie. 

A iscriversi ai test di ammissioni (quizzoni) sono in moltissimi, malgrado le great exspectations − per alludere a un romanzo di Dickens che molti politici dovrebbero leggere − siano alte ma mal riposte, per l’esiguo numero dei posti messi in palio. Inoltre affrontare il quizzone costa dai 100 ai 150 euro per ogni singola classe di concorso. 

Se si superano i test, il Tfa costerà tra i 2500 e i 3mila euro. Ma per poter essere arruolati tra i dipendenti del Miur i “tieffini”, a differenza dei “sissini”, dovranno affrontare un concorso!

Vediamo il format del test/quizzone ideato dal Miur per l’accesso ai giovani docenti: un quiz a crocette sulle materie della classe di concorso prescelta; uno scritto; un orale. 

Mentre queste ultime due prove sono di competenza delle singole università che gestiscono i corsi, come accadeva per il test di ingresso delle Ssis, il Miur ha assoldato fior fiore di accademici italiani per redarre il quizzone per ogni disciplina e classe di concorso, formato da 60 domande (di cui occorre “azzeccarne” almeno 42), uguale per tutta Italia. 

Si scatena, nel democraticissimo sistema della rete, la caciara e lo sdegno degli aspiranti tieffini:  vengono segnalate domande errate, ambiguità, illeciti nella somministrazione dei test, items uguali presenti in quiz diversi, domande scopiazzate dalle vecchie prove per la Ssis, quesiti su argomenti che non ci azzeccano nulla coi programmi scolastici, domande con più possibilità di risposte corrette, definizioni prese da Wikipedia. Un guazzabuglio di elenfatiasi borbonico-baronale e di pressappochismo all’italiana, da far rabbrividire e pensare: ov’ei precipitando il tutto oblia.

Mi soffermo alla sola classe A051, cioè alla classe di abilitazione che riguarda i futuri insegnanti di italiano, latino, geostoria (una trovata della riforma Gelmini che ha cancellato lo studio della  geografia dalle scuole superiori: in pratica ora nel biennio del liceo si insegna “geostoria”, con le stesse ore settimanali che spettavano alla sola storia). Nel quizzone della A051 si chiede ai candidati i confini del Mali (confina col Niger o con la Nigeria?); Qualcosa era successo di Buzzati diventa Qualcosa era accaduto; si confondono tra loro monologo interiore e flusso di coscienza…

Luciano Canfora, sul Corriere della Sera, a proposito dei commissari che hanno allestito i quiz   parla di “onnipotenti analfabeti”. Scoppia il parapiglia: si cerca l’untore; nel clima di antipolitica, di fronte a una classe dirigente “colpevole”, secondo gran parte dell’opinione pubblica, di aver condotto il Paese a far la fine della Grecia, sotto la pressione dell’aumento esponenziale dell’onni-ossessionante spread, vengono forniti dal Miur, il 29 agosto 2011, su decisione del ministro Profumo, i nominativi dei luminari che hanno redatto i quizzoni; le Commissioni vengono riconvocate perché possano procedere alla ricognizione di errori dei test e vengono, infine, ammesse le proprie colpe con l’elenco degli errori più grossolani: per esempio, per la menzionata A051: le domande numero 5, 15, 16, 46, 51, 58.

Come si risolve il gran caos creato dalla superficialità di questo quizzone del Tfa a fronte delle legittime great exspectations delle migliaia di aspiranti docenti − giovani e vecchi, per citare Pirendello − che vedono incatenato il proprio futuro a questi errori di domande?

Condono! Nel test di francese, ad esempio, si abbonano 24 domande su 60, nelle A043/A050 11 domande: molti dei “bocciati” vengono rispescati; quanti hanno composto i quizzoni peccando di negligenza e/o ignoranza si difendono dottamente o argomentano per giustificare quel che può sembrare, superficialmente, un errore (in rete è possibile leggere la nota del prof. Giovanni Polara circa il quesito 35 del quizzone legato alla classe A051); si stende un velo pietoso e si tira avanti…

A sentire gli annunci della ministra Giannini, un  nuovo concorso e un nuovo Tfa sono all’orizzonte di un Paese che naviga a vista, a cabotaggio: ci sarà un nuovo quizzone democraticamente propinato a tutti gli aspiranti docenti?

Infatti, cantava Arbore:  così compatti/ verso i premi marceremo/ e dalle e dalle/ poi che vinceremo!
Indietro tutta… iceberg avvistato!, gridavano dal Titanic.