Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini annuncia dal suo profilo Twitter la notizia che potrebbe segnare una svolta nelle polemiche sulla diminuzione delle ore di storia dell’arte nelle scuole secondarie di secondo grado: “L’insegnamento della Storia dell’Arte tornerà nelle scuole. Impegno comune del ministro Giannini e mio“. Sono le ore 12.17 del 28 maggio 2014.
Non si tratta di un buon proposito – il che non farebbe notizia – bensì di un accordo interministeriale siglato dal ministro Franceschini e dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per “l’accrescimento della conoscenza e del patrimonio culturale per la formazione dei giovani nelle scuole”. Dopo diversi anni i due ministeri tornano a far fronte comune su un progetto che mette al centro l’educazione al patrimonio storico-artistico e territoriale.
Di pochi mesi fa la polemica feroce sulla diminuzione delle ore di storia dell’arte nelle scuole superiori. Una petizione firmata da nomi prestigiosi della cultura e dell’arte era arrivata al ministro dell’Istruzione nell’ottobre 2013, rimanendo inascoltata. Ora Franceschini afferma «Non si può infatti pensare di non far studiare l’arte nelle scuole. Le scelte politiche sbagliate vanno corrette».
Prima che la storia dell’arte torni sui banchi delle scuole dalle quali era stata estromessa ci vorrà qualche tempo, ma ci sono molti aspetti interessanti nei contenuti del protocollo d’intesa che fanno ben sperare riguardo alla possibilità che gli studenti vengano introdotti all’incontro con l’arte nelle sue multiformi manifestazioni.
In rete leggevo di un sondaggio svolto ieri on line secondo il quale agli studenti la storia dell’arte non interessa. Non dubito che a fine anno, nel turbinio delle interrogazioni, dell’attesa degli esami e del desiderio di vacanza non ci sia entusiasmo per una materia in più da studiare. Ma io ho stima degli studenti e credo che il punto sia quale visione di “arte” noi abbiamo comunicato loro. Alla parola “museo” nel sentire comune si abbinano l’idea di pesantezza, noia e fatica. Si ritiene che una visita al museo vada fatta innanzitutto per istruire e conoscere; giustissime considerazioni, che però sembrano avere come conseguenza psicologica la necessità di sentirsi inadeguati alla portata di ciò che il museo contiene, opere e oggetti che hanno segnato la storia.
Quello che non ricordiamo mai noi adulti è che l’arte innanzitutto racconta. Comunica col suo linguaggio variegato tanti aspetti della realtà, a partire dal mondo in cui vive o è vissuto l’artista, il suo sentire, il suo lavoro per dominare la materia e la tecnica affinché siano adeguate a dar forma all’idea; l’arte nel suo sviluppo storico parla del suo tempo come neppure i libri di storia talvolta riescono a fare.
Nell’opera dell’artista contemporaneo Maurizio Nannucci si legge “All art has been contemporary“, “tutta l’arte è stata contemporanea”. Elementare ma non banale osservazione. Basterebbe farlo sapere agli studenti interpellati dal sondaggio on line e forse guarderebbero la storia dell’arte con occhi diversi.
In questa direzione si muove il testo del protocollo, tra i cui obiettivi leggiamo «promuovere l’avvicinamento e la conoscenza dell’arte contemporanea, incoraggiandone lo sviluppo e l’educazione artistica». Ma non solo. Si prevede di mettere a punto «un progetto nazionale di alternanza scuola-lavoro, con la redazione di specifiche linee guida nazionali, destinato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, da svolgersi all’interno dei luoghi della cultura». Portare gli studenti dentro i luoghi dell’arte per scoprirne i “dietro le quinte”, le numerose professionalità che ad essi sono dedicate, è un passo importante per far scoprire che l’arte non è una disciplina, ma innanzitutto una realtà fatta di materia, forma e significato, portatrice di storia e con una sua – a volte ingombrante − personalità.
In questa operazione di ri-presa di coscienza della necessità dell’arte per la vita e per la conoscenza della nostra identità sarà fondamentale la preparazione degli insegnanti, e non solo di quelli di storia dell’arte. Ma anche in questo senso il protocollo d’intesa ha previsto l’attivarsi di azioni formative proprio del personale docente.
Restiamo quindi in attesa degli sviluppi di questa importante iniziativa.