Entra in vigore il prossimo anno la prima parte della riforma della maturità voluta dall’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, quindi anche l’esame di Maturità dovrà probabilmente adattarsi ai cambiamenti previsti. Secondo recenti indiscrezioni, sembra che il ministero stia addirittura pensando di eliminare la tesina, considerata antiquata e spesso troppo facile da copiare grazie agli innumerevoli elaborati che si possono trovare online. “Per ora non abbiamo intenzione di apportare cambiamenti, anche se ovviamente valuteremo e verificheremo questo nuovo ciclo che parte”, ha detto ai microfoni di Radio 1 l’attuale ministro Stefania Giannini che ha comunque assicurato che il prossimo anno accademico 2014-2015 “si strutturerà con le regole già in vigore, quindi gli studenti che hanno effettuato il test questa primavera continueranno a fare riferimento a questo strumento”. Intanto, ha aggiunto il ministro dell’Istruzione, “concentriamoci sugli esami di quest’anno. Siamo tutti con gli studenti che si apprestano ad affrontarli. Speriamo che abbiano il giusto piglio, il giusto atteggiamento per affrontare prove così importanti, per misurare lo spread emotivo. L’esame di maturità è in fondo la prima vera prova della vita di uno studente, aldilà degli aspetti tecnici”. Qualche dubbio è stato espresso anche sul numero chiuso per le facoltà universitarie, in particolare sul metodo di selezione utilizzato in questi anni che “sappiamo è costituito da una serie di test che investono varie discipline per sondare la conoscenza di materie che poi verranno studiate”, ha detto Giannini. “Questo metodo introduce nella realtà italiana un sistema che è poco familiare per i nostri studenti. Nel mondo anglosassone, viceversa, gli studenti incontrano molto di frequente lo strumento del test nella loro carriera scolastica. Il nostro è un sistema che si giova di altri strumenti di valutazione”. E’ dunque necessario “fare una seria riflessione. Penso alla Francia, ad esempio, che liberalizza l’ingresso a medicina per poi selezionare molto severamente gli studenti durante il primo anno di corso. Questa decisione implica ovviamente una serie di difficoltà per gli atenei, comunque è una discussione che si apre”.



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