Superati i due scogli da sempre considerati i più impegnativi, eccoci vicini alla terza prova e ai fatidici orali. Ilsussidiario.net ha chiesto un parere e alcuni consigli a Innocente Pessina, dirigente scolastico del Liceo Berchet di Milano, navigato conoscitore di esami di maturità.
Per quanto riguarda la terza prova, innanzitutto un consiglio più “furbo” e uno invece più serio, come ci ha detto lui stesso. “In genere” dice Pessina “esistono due tipologie di quiz per quanto riguarda la terza prova, la mia esperienza mi dice che ormai sempre più commissioni si rivolgono alla tipologia B che prevede risposte su dodici righe a una serie di domande, piuttosto della tipologia A che prevede le classici crocette da mettere sulle risposte”.
La tipologia B prevede tre domande se si tratta di quattro materie, due domande se le materie invece sono cinque. “Nel foglio che viene consegnato allo studente ci sono già le dodici righe da riempire, quindi uno deve stare dentro quello spazio usando anche un po’ di furbizia, allargando cioè il carattere per dare l’impressione di aver riempito le righe perché anche questo colpisce i valutatori, l’occhio infatti ha la sua importanza. Per essere più seri, invece, diciamo che bisogna rispondere nel merito della domanda, cioè è meglio, anche se si conosce poco dell’argomento, cercare di concentrarsi come si può su quello piuttosto che partire a parlare di altro, facendo magari una sorta di sfoggio di cultura che invece finirà solo per irritare chi deve fare la fatica di correggere cose che non centrano nulla con quanto richiesto”.
Pessina ci dà anche qualche sconsiglio per come affrontare gli orali, prova che genera di solito parecchia ansia nello studente: “Bisogna puntare molto, e spero che gli studenti abbiano già fatto questa scelta, sulla tesina. Bisogna partire dal presupposto che quando si arriva agli orali gli insegnanti stessi sono già parecchio annoiati, forse anche un po’ invidiosi dei colleghi che sono già in vacanza, mentre loro devono ancora lavorare su compiti, valutazioni e interrogazioni. Dunque è importante che gli insegnanti della commissione siano in qualche modo colpiti dall’originalità della tesina. Per fare un buon orale bisogna puntare molto su quello. La tesina infatti è prevista dalle legge, l’orale parte con la presentazione di questo lavoro ed è già un buon quarto d’ora che se ne va via così. Dunque meglio cercare di essere brillanti e colpire la fantasia degli insegnanti senza riproporre le solite cose trite e ritrite copiate da wikipedia. Questo è il segreto per cominciare e fare bene l’orale”.
Infine un consiglio su come ottimizzare bene questo tempo di preparazione finale. “Bisogna studiare senza strafare. Le nottate sui libri non sono mai servite, è un affaticamento inutile. Magari ricordarsi di mangiare leggero, non farsi prendere dall’ansia e alla sera staccare, darsi una specie di tabella di marcia durante il giorno, e la sera si stacca. Si frequentino amici o anche compagni scegliendo non quelli ansiosi, se no ci si carica di preoccupazioni assolutamente inutili…”.