Cari studenti,
la questione seria del colloquio è come lo preparate, qui sta il problema più che nel sua svolgimento, che di fatto spesso ha un andamento in tanti casi ondeggiante ma senza provocare grandi sconquassi. Per questo i giorni che precedono il colloquio sono decisivi, bisogna ben ponderarli e finalizzarli ad affrontare il momento del colloquio da protagonisti.
Che cosa significhi questo voi generalmente non lo sapete, e la difficoltà è proprio questa, perché siete abituati ad anni e anni in cui a domande precise date risposte certe volte puntuali, altre volte fumose e generiche. Il male della scuola che state per lasciare è proprio questo, che vi abitua ad un meccanismo, è la vittoria del condizionamento operante dentro la scuola che fa di voi dei puri gestori di dati acquisiti, memorizzati e tecnicamente assunti. A richiesta rispondete, se non vi è richiesta, il vuoto.
Così, dopo le prove scritte che comunque rispecchiano la meccanicità della scuola, vi trovate di fronte a qualcosa di nuovo, a dover preparare un argomento da cui iniziare il colloquio. Nel tempo questo argomento è diventato la “tesina di maturità”, ormai non c’è nessuno di voi dell’ultimo anno delle superiori che non abbia dovuto fare i conti con questo luogo comune, però di fatto con la tesina è entrato nella scuola qualcosa di nuovo, di radicalmente nuovo.
Tutto procede secondo il meccanismo delle verifiche e delle interrogazioni, dove l’insegnante fa delle richieste e voi rispondete per quel che riuscite entrando nel merito, ma la tesina di maturità no, è qualcosa che si discosta dal meccanismo solito. Siete chiamati a creare, a proporre un percorso personale, a imprimere un tocco di criticità a quello che avete appreso e che così diventa conoscenza, a tentare qualcosa che vi interessi, da cui siete appassionati. Preparare la tesina è quindi decisivo, si gioca sulla sua impostazione molto della vostra “maturità”, perchè lì si vede se siete in grado di padroneggiare i dati oppure se siano i dati a determinare voi, a segnare i vostri passi. Nella tesina si verifica se uno studente sa fare suo quello che ha imparato, se sa utilizzarlo per conoscere se stesso, gli altri, la realtà, se ha il gusto di scoprire il bello e il vero, il giusto e il bene; questo si verifica nella tesina, ma non il giorno in cui la esponete, bensì già dal momento e dal modo in cui la preparate.
Per questo il lavoro di preparazione della tesina è quello più importante. Dovete decidere se fare un taglia-incolla da internet – e così passerà pure l’esame, ma perderete un’occasione di maturare – oppure se affrontare la preparazione della tesina da esporre al colloquio come possibilità di impastare le conoscenze acquisite con la freschezza e il lievito della vostra umanità.
La tesina è lo spunto in forza del quale diventate protagonisti dell’esame: bisogna essere determinati, sapere cosa si vuol dire, avere in mente in ogni passaggio l’ipotesi da dimostrare e comunicarla in modo comprensibile. Per questo non è da lasciare al caso, nemmeno si devono accostare conoscenze ad altre oppure a tutti i costi collegare contenuti di una materia con contenuti di un’altra.
Il problema serio della tesina è che c’entri con chi la propone, cioè voi. Per questo la prima cosa importante è la ragione per cui avete scelto l’argomento, perché lo riteniate interessante e che cosa vi sia di così affascinante tanto da poter affascinare chi vi ascolta. Chiarito questo a voi stessi, dovete curare lo svolgimento del lavoro fatto avendo come preoccupazione primaria quella di manifestare la vostra umanità, occorre in altre parole che ciò che dite sia affascinante per voi che lo avete preparato.
Su questo si deciderà il vostro colloquio. Chi avrà fatto un lavoro serio di preparazione sarà senz’altro protagonista, chi invece sarà indaffarato a sapere tutto, il colloquio finirà con il subirlo.