Il recente protocollo d’intesa Miur-Mibact per promuovere la conoscenza e la tutela del patrimonio culturale firmato dai ministri Franceschini e Giannini è un passo decisamente positivo per restituire alla realtà culturale ed educativa del nostro Paese, nel quale vi è la più alta concentrazione del patrimonio artistico del mondo, un adeguato respiro.



Nell’ampio programma previsto dal documento è indicato anche il reinserimento dell’insegnamento della storia dell’arte nei curricula scolastici dai quali era stato cancellato o ridimensionato dalla riforma Gelmini. 

All’avvio del piano di riforma in questi anni si è resa evidente l’incongruenza data dal fatto che nel nuovo assetto di studi la storia dell’arte è sparita tra l’altro dagli istituti professionali grafici, per il turismo, alberghiero-turistico, nei bienni di scienze umane e del liceo linguistico; e ridimensionata nei licei artistici, nei quali sono confluiti gli istituti d’arte. Il che significa ad esempio che in Italia non è più richiesto a un aspirante tecnico grafico di conoscere nemmeno le basi della storia dell’arte; né tantomeno compare nel curriculum degli studenti degli istituti professionali alberghieri, quelli che dovrebbero un giorno accogliere i turisti in visita nel nostro Paese; o ancora, giovani che si preparano alla mediazione linguistica non vengono formati alla conoscenza di quel che più caratterizza la storia e l’identità del proprio Paese.



Le motivazioni del documento condiviso dai due dicasteri dell’Istruzione e dei Beni culturali riguardano esplicitamente la situazione che si è venuta a creare con un chiaro giudizio di valore: “Quello che abbiamo siglato è un Protocollo molto operativo che punta a fare dell’istruzione e della cultura due pilastri per il nostro Paese sensibilizzando studenti e docenti ad approfondire la conoscenza del nostro immenso patrimonio culturale” ha spiegato il ministro Giannini. “L’educazione dei giovani alla bellezza, al rispetto e alla comprensione del patrimonio passa attraverso un profondo lavoro di formazione che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado e anche tutte le istituzioni – ha dichiarato il Ministro Franceschini -. Investire nella scuola è dunque fondamentale per trasmettere l’amore per il nostro patrimonio“.



Il programma di interventi contenuto nel protocollo d’intesa ha durata triennale, ma potrà essere messo in esecuzione solo dall’anno scolastico 2015-16, perché gli organici del prossimo anno scolastico, 2014-2015, sono già in via di definizione. 

Esso non riguarda appena il monte ore della materia di storia dell’arte, ma si muove in diverse direzioni per incentivare l’interrelazione tra mondo dell’istruzione e mondo della cultura, e per questo vale lo sforzo economico che comporta la sua realizzazione: saranno mesi cruciali, e molto fecondi, si spera, di progettazione-programmazione. 

Fra i punti principali è indicata l’elaborazione di un progetto nazionale di alternanza scuola-lavoro per i ragazzi delle superiori. Verranno poi estese le agevolazioni già previste dalla “Carta dello Studente” per avvicinare i giovani ai beni e alle attività culturali. Il Miur promuoverà corsi di aggiornamento e formazione per i docenti e concorsi studenteschi dedicati alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano.

Il Mibact rafforzerà i propri rapporti con le istituzioni scolastiche aiutandole anche nella definizione delle mete dei viaggi d’istruzione, con l’obiettivo di far conoscere il più possibile pure i patrimoni e le risorse culturali locali ed educare i giovani al rispetto dei valori del paesaggio. 

Un tratto interessante dell’accordo è l’indicazione, tra gli ambiti culturali da incentivare, di quello relativo al patrimonio bibliotecario e musicale: sono previste iniziative nazionali sul tema della promozione della lettura come, ad esempio, la “Giornata nazionale per la promozione della lettura” e il “Maggio dei Libri”, e il rilancio del sistema delle biblioteche scolastiche attraverso interventi di sostegno alle strutture e azioni di formazione di specifiche professionalità. Infine si parla di valorizzazione del patrimonio musicale e di insegnamento della musica nelle scuole di ogni ordine e grado.

Le dichiarazioni contenute nel documento sono sicuramente incoraggianti per coloro che svolgono il loro delicato compito educativo a contatto con i giovani, e si tratta di una battaglia culturale urgente per difendere valori di fondo sui quali poter costruire il mondo di oggi e di domani a servizio della persona. L’amore per il patrimonio artistico non è appena una questione di studio, e non accade automaticamente, con l’applicazione di un sistema metodologico. È piuttosto un’esperienza, il frutto di un incontro personale tra il soggetto che visita e la testimonianza estetica e umana che l’opera custodisce. 

Il lavoro e l’impegno che il documento suggerisce ed indica, dunque, è un invito perché coloro che sono impegnati nell’ambito educativo si rendano protagonisti di una realtà culturale che coinvolga i giovani a partire da una esperienza viva in primis per l’adulto, esperienza cui l’ambito istituzionale, nella coerenza con le proprie dichiarazioni, dovrebbe essere al servizio.