Oggi il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini parlerà al Meeting di Rimini. TINO GIARDINA (Diesse) richiama l'attenzione su ciò che dovrebbe stare alla base di un programma di riforme
Il microcosmo della scuola italiana è complicato e, in misura ben maggiore, lo è il mondo della legislazione scolastica. In questi ultimi mesi, che hanno visto innumerevoli anticipazioni di mutamenti legislativi non ancora ufficializzati – che finora hanno ottenuto solo il risultato di generare confusione e disorientamento –, ancor di più è risultato evidente che si può spesso confondere il fine con il mezzo, mentre scopo della scuola è la crescita umana e culturale delle giovani generazioni, che vede il suo punto nevralgico nel rapporto vero e significativo tra docente e discente.
Nei dibattiti di questi mesi estivi (spesso fondati solo su anticipazioni, se non vere e proprie “veline”), questo aspetto è stato sottaciuto e accantonato per altre “priorità”. Siamo ben consapevoli che tale rapporto educativo si situa in un preciso contesto legislativo ed organizzativo e riteniamo sia necessario che tutti gli attori del sistema abbiano l’umiltà di piegarsi a tale scopo.
Se lo scopo che anima l’insegnante è l’educazione e la formazione degli alunni, occorre dare corpo e legittimazione a percorsi di insegnamento significativi tramite la realizzazione di una piena autonomia delle scuole. La professione docente è infatti costituita anzitutto da una passione per il proprio lavoro e dalla capacità di giudizio su ciò che si insegna e sulle circostanze in cui il dialogo educativo avviene. Perciò è necessario un confronto serrato tra quanti vivono quotidianamente la scuola e coloro che, per responsabilità politica e istituzionale, sono chiamati a intervenire sul sistema educativo.
Il terreno di gioco, oltre che dall’annosa questione irrisolta della piena autonomia scolastica, è costituito da alcuni fattori essenziali:
Il rinnovamento continuo e condiviso delle ragioni culturali del sistema scuola;
La libertà per scuole e docenti di poter personalizzare la propria proposta didattica;
Il riconoscimento e la valorizzazione della professionalità dell’insegnante attraverso un rinnovato profilo giuridico che preveda, tra l’altro, un adeguato sistema di progressione della carriera;
Una semplificazione normativa che elimini una volta per tutte le innumerevoli, e talvolta confuse, norme e disposizioni che affliggono il mondo della scuola;
Il ripensamento e l’attualizzazione delle basi collegiali e organizzative;
I rapporti con le realtà del contesto locale che possono collaborare alle finalità del sistema educativo.
È decisivo anche considerare come il sistema scolastico italiano sia realmente vivo in tante sue espressioni offerte dalla libera aggregazione tra docenti e dirigenti scolastici capaci di costruire la realtà ordinaria della scuola. A solo titolo di esempio, possiamo indicare alcuni dati, già consegnati al Miur, relativi alla formazione offerta dalla nostra associazione attraverso l’esperienza de Le Botteghe dell’Insegnare:
Formazione di formatori: Diesse ha erogato in quest’ultimo periodo 50 ore di alta formazione a 24 formatori provenienti da 9 regioni italiane.
Ricaduta sul territorio nazionale: tra il 19 agosto 2013 e il 7 maggio 2014, i formatori di Diesse hanno dato vita a loro volta a 93 eventi formativi in presenza o in web-conference, in molte occasioni anche con la collaborazione di alte personalità del mondo accademico italiano e internazionale. Sono state registrate 3.242 presenze da quasi tutte le regioni del paese, con costi totalmente a carico dei singoli partecipanti.
Non vogliamo farci pubblicità (sappiamo che esistono tante altre realtà associative che percorrono sentieri analoghi), ma proponiamo che si torni a guardare all’associazionismo professionale della scuola come ad un esempio di libera iniziativa di soggetti vivi che nella società civile ridestano il desiderio di tanti ad essere protagonisti: dunque una risorsa sulla quale vale la pena investire.
Ciò che ci interessa è un dialogo costruttivo che, riconoscendo e valorizzando le esperienze in atto, ponga al centro il bene di chi quotidianamente vive e lavora nella scuola italiana.