Le supplenze verranno eliminate. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini intervenendo al meeting di Rimini. “Le supplenze – ha detto – vanno riconsiderate perché si sa già dall’inizio dell’anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente. L’obiettivo è quello di ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale”. Il 29 agosto verranno presentate le linee guida in consiglio dei ministri e riguarderanno gli insegnanti, “a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi”, ha aggiunto il ministro a Sky Tg24. “Il fatto che si pensi che Italia di domani dipenda dalle scelte sull’istruzione è veramente una svolta rivoluzionaria”. Si vorrebbe arrivare insomma al contratto del 2015 per diverse figure professionali per la scuola o di cambiare alcune mansioni dove gli insegnanti potranno coordinare progetti per i percorsi formativi, di snellire il percorso di ingresso nella carriera di insegnante con una parte pratica di tirocinio. “Vogliamo abolire il precariato e le supplenze che non servono né a chi le fa né a chi le riceve”, ha detto il ministro. Diamo un’occhiata alle “dritte” sulla scuola. Non sono previste riforme dei cicli: medie e liceo quadriennale, si ribadirà il piano per lo sport, le lezioni di coding per l’informatica, il ripristino della geografia in alcuni indirizzi superiori, l’approfondimento dell’inglese, l’allargamento del wifi a tutte le scuole. Provvedimenti che dovranno essere in parte finanziati di nuovo. “Non la chiamerei una riforma, sembrano più che altro tanti interventi scollegati l’uno dall’altro che fanno pensare più a uno spot che a un piano di riorganizzazione del sistema scolastico”, dichiara all’Agi Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil. Infine, resta il problema dei “Quota 96”, una questione che riguarda i 4000 insegnanti che sarebbero dovuti andare in pensione tre anni fa con i requisiti pre-riforma Fornero, che con ogni probabilità non sarà presentato al consiglio dei ministri di venerdì. (Serena Marotta)



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