Cosa accadrà quando tra pochi giorni docenti e studenti di tutto il bel Paese torneranno tra i banchi per ricominciare un nuovo anno di scuola? Cosa peserà nella vita, nell’animo e nelle menti di migliaia di persone costrette a riiniziare rapporti e programmi scolastici consueti, quando il mondo là fuori ribolle di guerra e la parola crisi è la nota costante che toglie speranza per il futuro? Cosa darà la scuola a ciascuno dei suoi attori protagonisti, giovani e meno giovani? 



Riflettendo su questo nuovo inizio, nel contesto attuale, mi sono tornate alla mente le parole di JFK: “non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per il tuo paese!” Sfida affascinante, coinvolgente, capace di far buttare il cuore oltre l’ostacolo, sempre, perché il “paese” per il quale ogni docente si spende coincide con la persona concreta che incontra davanti a sé e con il mondo che quella persona tenderà a conoscere e costruire. Potremmo allora dire che oggi più che mai abbiamo bisogno di trovare a scuola persone positive, costruttive, creative che vivano la vita come l’arte dell’incontro. Persone che sappiamo valorizzare i punti di luce che già esistono anziché lasciarsi a facili lamenti e analisi giuste di ciò che non va. Una sfida che si incarna in tre dinamiche susseguentisi: puntare tutto, personalmente, su ciò che dà speranza per sè, come uomini e quindi come docenti; non arretrare di fronte alla domanda di senso, alla confusione e al disagio dei giovani che si incontrano in classe, come di fronte al proprio; essere insieme, tra docenti adulti, come comunità educante capace di sfidare se stessi e gli allievi, riaprendo la domanda su ciò che è davvero interessante conoscere.



In questo senso è interessante segnalare, tra molti altri, un piccolo punto di luce, una community di docenti di filosofia e storia, impegnati da due anni in un lavoro comune di ricerca, aggiornamento e approfondimento della didattica della filosofia: si chiama Bottega di filosofia ed ha per obbiettivo quello di favorire la riscoperta dei contenuti principali, degli autori e dei testi essenziali del pensiero filosofico, prima che la messa a punto di un metodo didattico elaborato a priori. Una Bottega di docenti liceali e universitari, in primo luogo perchè per tener viva la propria speranza non si può rimanere soli; in secondo luogo perchè è quasi impossibile essere buoni maestri se non si ha la disponibilità di tornare allievi, in dialogo con persone che fanno ricerca in università, a partire dai testi degli autori. 



Dopo aver lavorato sui nodi essenziali della filosofia contemporanea (2012/13) e moderna (2013/14), quest’anno il filo rosso dei nove incontri della Bottega di filosofia 2014/15 sarà la grande questione della libertà, nell’orizzonte della filosofia medioevale. 

È una sfida ardita e attuale – e non una nostalgia neogotica – tornare a sviscerare i problemi del libero arbitrio e della predestinazione divina, dei poteri della dialettica nell’investigazione dell’ente di cui non si può pensare il maggiore, del rapporto tra intelletto, affezione e volontà come attività specifiche dell’essere umano, del rapporto tra necessità e contingenza nell’ambito della realtà naturale creata, del libero agire umano in rapporto alla politica e alla teleologia della storia, del concetto di libertà nella nuova antropologia umanistico-rinascimentale e dei rapporti tra pensiero greco, arabo e occidentale, attraverso il pensiero di Agostino di Ippona, Anselmo d’Aosta, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Duns Scoto, Gugliemo da Ockham e di altri filosofi medioevali, spesso dimenticati o addirittura sconosciuti da molti docenti.

Gli incontri saranno fruibili, per le scuole o i singoli iscritti, in diretta streaming e saranno guidati, nella lezione e nella discussione a seguire, da alcuni tra i maggiori studiosi italiani di filosofia medioevale: Giovanni Catapano, Armando Bisogno, Guido Alliney, Andrea Colli, Pasquale Porro, Massimo Borghesi, Alessandro Conti, Alessandro Ghisalberti e Marco Lamanna.

Insegnando filosofia l’attesa per l’inizio dell’anno si infiamma ancor di più, poiché la filosofia è l’esercizio vivente e condiviso della domanda di verità che caratterizza la ragione umana di ciascuno. Non esisterà mai nessun’altra pratica attuale come questa e la Bottega vuole esserne utile strumento di realizzazione.

Insegnare filosofia a scuola è un’esperienza grandiosa, infatti, se smette di essere opaca veicolazione dell’ideologia scettica e nichilista oggi dominante o mera comunicazione di idee morali, surrogato di quella religione laica e naturalista omniinvadente nella società civile nata dall’epoca dei Lumi.

Come facevano notare G. Mereghetti e M.T. Tosetto nei loro due articoli estivi, la filosofia insegnata a scuola e nelle università, rischia di rimanere vittima della lacerazione tra due sue concezioni contrapposte:  quella dell’impegno pratico nel mondo materiale e quella del godimento speculativo di sistemi ideali iperuranici, tra la trasformazione concreta della terra e una mistica aspirazione al cielo.

Seguendo i grandi maestri del passato, a partire da Socrate fino ai pensatori del Medioevo, appare invece evidente che la forza intrinseca della filosofia sta nel suo nascere inarrestabile nell’intimo di ciascun soggetto come domanda di comprensione del senso della totalità dell’essere. Tutto l’uomo è chiamato in causa, tutta la realtà è investita dall’umana investigazione. Quale potrà essere allora l’antidoto al virus dualistico tra una filosofia concepita come impegno critico immerso nella storia e una filosofia pensata come attività speculativa fuori dalla storia? Proporre la filosofia come un cammino di ricerca che si esprime in una vibrazione dell’intelligenza (cfr. l’articolo di M.T. Tosetto) aperta alla verità, in uno scambio incessante e nell’orizzonte della continuità tra particolare e totalità, tra dato sensibile e concetto ideale, tra contingenza del tempo presente e l’estensione immensa della storia del mondo, senza ridurre a priori idealisticamente il corpo allo spirito o viceversa materialisticamente lo spirito al corpo, ma educandoci a riconoscere la complessa armonia della realtà e ad assecondare lealmente l’emergere di tutte le nostre domande, di docenti e di allievi, ciascuno dal punto in cui si trova.