Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha annunciato ieri l’intenzione di voler definire un nuovo esame di maturità, abolendo i commissari esterni, che comportano dei costi. E arriva la replica da parte di Gilda Insegnanti, che spiega la sua posizione contraria a quella del ministro. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, ha chiarito che il nodo principale del problema della maturità non è quello di prendere un commissario interno o esterno, ma il valore legale del titolo di studio. Ricorda, tra l’altro, che è un esperimento già tentato in passato, quello di istituire una commissione interna, dall’ex ministro Moratti e che si “rivelò un flop”. Così Rino Di Meglio dà un suggerimento: “Se si vuole davvero cambiare l’esame di Maturità, occorre aprire un dibattito culturale serio che coinvolga anche il tema dell’autonomia scolastica”. Sul valore legale del titolo di studio il coordinatore spiega che il diploma ha valore legale perché a stabilirlo fu il 90 per cento dell’Assemblea Costituente “e i commissari esterni servono per garantire uniformità su tutto il territorio nazionale. Modificare questo sistema è una scelta politica che va dibattuta in Parlamento e non deve essere un’operazione dettata da motivi economici. Non è abolendo i commissari esterni – conclude Di Meglio – che il ministero dell’Istruzione può attuare i risparmi richiesti dalla spending review”. Un’altra modifica che il ministro vuole portare avanti è abolire la tesina di fine anno e gli “studenti “dovranno presentare un progetto che riguardi tutto l’anno trascorso: un lavoro più teorico per i licei e un prodotto finito per i tecnici”, ha spiegato la Giannini. (Serena Marotta)