Addio ai commissari esterni: già dal 17 giugno 2015 l’esame di maturità si presenta con una nuova veste. E per la prova è prevista una tesina, dalla quale si inizierà per dare corso all’esame. Resterà anche il saggio breve. Dunque le commissioni saranno composte dal presidente e sei commissari interni. La novità ha carattere economico. E tra i tagli da fare, c’è proprio questo: ogni commissario esterno costa allo Stato 900 euro, mentre un membro interno ne percepisce 400. Sono 435.152 i maturandi che siederanno davanti ai propri professori per sostenere l’esame. Di questi 216mila sono liceali, provenienti in gran parte dallo scientifico, 136mila i tecnici e 84mila i professionali. Bisognerà, come prevede la riforma, puntare sulla tesina per «dare un ruolo maggiore alle esperienze nel mondo produttivo o nelle istituzioni culturali», ha spiegato il ministro Giannini, che ha chiarito: «il nostro modello di scuola punta a incrementare l’alternanza scuola-lavoro e guarda molto al rapporto con il mondo produttivo e delle istituzioni culturali». Insomma con i nuovi tagli, la scuola va a risparmiare circa 80 milioni. Già dopo l’annuncio fatto dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini lo scorso 15 settembre, era arrivata la replica di Gilda Insegnanti, che ha spiegato la sua posizione contraria, auspicando ad un dibattito sul valore legale del titolo di studio. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, in quell’occasione, aveva ricordato anche che quello di istituire una commissione interna era un esperimento già tentato in passato dal ministro Moratti e che si era rivelato un flop. (Serena Marotta)