Con una lettera aperta pubblicata oggi sul quotidiano Avvenire e indirizzata anche al ministro dell’istruzione una famiglia denuncia il caso grave accaduto alla figlia che hanno in affidamento. La ragazzina ha l’Aids, ma come provano i suoi certificati medici e anche gli studi scientifici di tutto il mondo non è certo contagiosa. Nella lettera si legge che a luglio scorso il preside aveva accettato l’iscrizione nonostante il numero massimo fosse già stato raggiunto. L’Ufficio provinciale scolastico di Napoli aveva dato la sua autorizzazione, ma quando a settembre la scuola è cominciata la scuola ha indirizzato una nuova comunicazione alla famiglia: “Le domande di nuove iscrizioni vanno oltre il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella nostra scuola, limite definito sulla base delle risorse di organico e relativamente alla capienza delle aule dell’edificio scolastico, come predisposto dagli enti competenti e pertanto allo stato attuale non possono essere accolte”. A questo punto è stata offerto “l’apprendimento a distanza”. Il sospetto è che si sia deciso di lasciarla fuori perché appunto malata di Aids. Così scrivono i genitori affidatari nella lettera: “A un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico ci rivolgiamo a lei, signora ministro, perché non possiamo accettare una vicenda vissuta come una violenza istituzionale: è chiara la discriminazione perpetrata nei confronti della bambina da parte della scuola statale. È vero, signora ministro, che parte della scuola, in Italia nel 2015, ha paura?”. Il vescovo di Aversa si è reso disponibile ad accogliere la bambina in una scuola della diocesi, ma lo stato evidentemente non la vuole.



Leggi anche

SCUOLA/ Prof, famiglie e dirigenti, 9 mosse per rimettere il "fattore umano" al centroLE VIE D’EUROPA/ Chesterton (e padre Brown), l’avventura di una scoperta continua