Il progetto educativo della regione Toscana dal titolo Liber* Tutt* non è piaciuto a due genitori di Massa Carrara che hanno deciso di ritirare la figlia dalla scuola elementare che frequentava e iscriverla in altro istituto. Nel progetto educativo le differenze di genere, in particolare due favole definite “in linea con lo stile geneder”, “Una bambola per Alberto” e “Salverò la principessa”. Secondo i responsabili del progetto, rivolto agli studenti dai 5 ai 18 anni, è indirizzato al valore delle differenze attraverso prosa, danza, teatro per superare pregiudizi e convenzioni. Secondo la mamma. come riporta oggi il Corriere della sera, “Siamo una famiglia cattolica. Insegniamo ai nostri figli a rispettare tutti, a voler bene, ad aiutare i più deboli, ad essere buoni e misericordiosi. Crediamo nella parità dei diritti, ma non nella parità dei sessi. Uomo e donna sono diversi, perché così vuole natura. A scuola, luogo dove i nostri figli dovrebbero stare al sicuro, stanno invece insegnando la confusione dei sessi; truccano i bambini da femmine e vestono le bambine da maschi”. I genitori, ha detto ancora, hanno il diritto di poter decidere il tipo di insegnamento per i propri figli. Concorde con la famiglia anche il vescovo di Massa-Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci: “In Italia i genitori hanno ancora il diritto di provvedere all’educazione dei figli secondo le proprie convinzioni, ideologiche e religiose”. La questione sta sollevando polemiche e discussioni anche a livello politico.