Scade oggi, alle ore 16, il termine entro cui i destinatari delle proposte di assunzioni della fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla cosiddetta “Buona Scuola” devono comunicare espressamente la loro accettazione, pena la cancellazione dalle sopravvissute graduatorie ad esaurimento (Gae).



Salvo cambiamenti di linea comunicativa, è quasi certo che il ministero dell’Istruzione annuncerà trionfalmente che la percentuale di accettazione sarà stata prossima al 100%, ad ulteriore dimostrazione di quanto la cosiddetta “Buona Scuola” sia stata un’operazione di successo gradita anche agli insegnanti. Inoltre, questa volta si potrà anche dire che non ci saranno state nemmeno le stesse vibranti proteste degli insegnanti di agosto scorso, con cui sono arrivati ad accusare il Governo di aver pianificato veri programmi di deportazione. 



Invece, sembra altrettanto certo che il ministero non fornirà ancora i dati con cui dimostrare il raggiungimento dei primi due dichiarati obiettivi del provvedimento: il superamento del precariato e la fine della supplentite. 

Sebbene ci siano molti altri aspetti del piano straordinario di assunzioni da chiarire, non si riesce davvero a capire per quali ragioni il ministero si ostini a non pubblicare quante siano state le supplenze annuali o fino al termine delle lezioni, nonostante siano state fatte complessivamente 86.326  immissioni in ruolo. 

Ormai, l’unica ragione per non pubblicare questi dati sembra essere quella di rimandare la conferma che il numero di supplenze dell’anno scolastico in corso non è molto inferiore di quello dell’anno scorso. Ma il rinvio di questa conferma non potrà cambiare i dati, perché essi sono l’esito degli emendamenti approvati nel passaggio parlamentare e delle declinazioni operative del ministero escogitate per sedare le proteste degli insegnanti. 



Se il ministero spiegasse in modo trasparente con quale sequenza logica è stato attuato il piano di assunzioni, si spiegherebbero subito molti punti. 

Innanzitutto, si chiarirebbe che al piano di assunzioni hanno partecipato poco più della metà degli aventi diritto (71.000 su 130.000 iscritti nelle Gae). L’altra metà ha deciso di rimanere iscritto nelle Gae per non rischiare di doversi trasferire, non sapendo che il Miur avrebbe consentito a chi partecipava al piano di poter rimanere ancora un anno nella cattedra dell’anno prima. In questo modo, per ogni insegnante assunto con la fase B  le scuole hanno dovuto cercare un altro supplente. 

In secondo luogo, si chiarirebbe che solo la metà delle cattedre previste dalla fase B è stata coperta e che le scuole si vedranno assegnate con la fase C insegnanti di discipline diverse da quelle che mancano per coprire gli insegnamenti ordinamentali e per l’effettivo esercizio della loro autonomia, perché il piano straordinario di assunzioni è stato fatto senza aver preventivamente analizzato cosa ci fosse dentro le Gae rispetto alle esigenze delle scuole. 

Il ministero continua a dire che questa situazione si risolverà con il concorso previsto per il 1° dicembre prossimo e con la prevista mobilità straordinaria per il prossimo anno scolastico. Nel frattempo, però, saranno stati assunti 48.794 insegnanti di cui la scuola non aveva bisogno e che si aggiungeranno a tutti gli altri per la conquista di una cattedra nella ambita sede più vicino casa.