Luca Bianco, professore di fisica nell’isituto agrario Scarpa-Mattei di San Donà del Piave. Così l’hanno conosciuto fino a qualche giorno fa i suoi alunni. Venerdì scorso invece entra in classe una donna, o almeno sembra. Poi guardandola bene si scopre una vistosa parrucca bionda e i tratti fisici del prof. Da oggi chiamatemi Cloe, dice agli studenti, quello che sono adesso l’ho sempre desiderato nella vita, spiega. Lo aveva annunciato sulla sua pagina facebook fotografandosi con la nuova identità. Il padre di uno degli alunni scrive all’assessorato all’istruzione: “Nessuno era al corrente del fatto, i genitori non erano stati avvertiti, perfino i docenti non ne sapevano nulla  lascio a lei immaginare i volti dei ragazzi, qualche risata certo c’è stata ma lo choc è stato più grande al punto che una ragazza di un’altra classe si è sentita male. A distanza di un giorno nessuno della dirigenza scolastica è intervenuto con nessuno. Non se ne sa nulla”. L’assessore Donazzan ha risposto annunciando una ispezione: “Non è possibile una cosa del genere  che un docente arrivi con la parrucca finta, col seno finto, coi tacchi. Trovo squallida questa esasperazione di sé, quasi a voler scioccare. Dal mio punto di vista non è adatto all’insegnamento. Perché per farlo bisogna aver un equilibrio. Chiederò di prendere dei provvedimenti”. Il preside dell’istituto invece difende il suo dipendente: “E’ un docente e come tale va rispettato”. Per l’Arcigay di Padova il professore trans “non chiede e non impone nulla se non il rispetto della propria identità”.



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