Uno degli spauracchi per i candidati dell’esame avvocato 2015 era certamente alla vigilia l’uso o meno dei codici commentati, ma a qualche mese prima degli scritti – che si sono tenuti e svolti fino a ieri – il decreto legge Milleproroghe ha di fatto rinviato il divieto per questo tipo di codici, permettendo dunque alle aspiranti toghe di quest’anno di utilizzare ancora i codici commentati. Il problema, e qui abbiamo il secondo timore, è che se non si riesce a passare questo esame di abilitazione, dall’anno prossimo saranno severamente vietati i codici di questo tipo, e saranno solo consultabili ma senza commenti per via della legge 31 del dicembre 2012 che entrerà in vigore, secondo la Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense. Nel 2017 infatti ci sarà l’entrata in vigore dell’intera riforma dell’esame di avvocato che rivoluzionerà il mondo dei test per diventare avvocati.
Sono molti i commenti e le reazioni che si stanno susseguendo dopo la fine dei tre scritti per l’esame avvocato 2015/2016 con i forum del Ministero dell’Interno su tutti i concorsi pubblici che mostrano le varie problematiche dei candidati e aspiranti toghe di quest’anno che provano a raccontare il loro esame scritto, la loro attesa per i risultati che però arriveranno solo a giugno 2016. Tra i vari argomenti, uno su tutti desta particolare attenzione e apre un dibattito piuttosto interessante, anche se sembra banale di primo acchito: l’uso della penna, ancora, nell’esame di oggi viene vista come un elemento assai vetusto. Viene contestato per un esame di stato per le abilitazioni di avvocato l’uso di teorie e pratiche di trent’anni fa: tutti oggi negli studi di avvocatura usano il computer con anche la possibilità di reperire più facilmente le sentenze e i regolamenti. Per di più, dicono alcuni, durante l’esame, l’uso della penna con tutti i problemi di scrittura (dura 7 ore e le questioni da scrivere sono moltissime) e gli eventuali errori che non si possono correggere. Insomma, un insieme di attacchi alle modalità considerate in effetti arcaiche e vecchie: cambierà qualcosa?
Una tre giorni pazzesca, come ogni anno, per gli aspiranti avvocati che hanno affrontato, per l’appunto, l’esame avvocato 2015/2016 con la seconda data che ci vuole d’ordinanza visto che i risultati prima di giugno non si avranno e gli orali verranno poi emessi a settembre. Il percorso è molto lungo, e la pazienza delle aspiranti toghe verrà messa a dura prova: ora però andiamo a vedere nel dettaglio i commenti più specifici alle tre prove scritte. Il primo giorno, diritto civile, una delle due tracce era sulle successioni, che di è un terreno davvero ostico per gli esperti del settore e anche perché è rarissimo che si faccia nel praticantato di 18 mesi prima dell’esame. Nella seconda prova invece, il diritto penale, i due pareri erano molto complessi, con i penalisti stessi che hanno fatto molta fatica a risolverlo e anche nella traccia più semplice, la seconda, vi erano molti aspetti di cui parlare tra cui due istituti di credito e ben 4 reati, il che dunque non ha reso per nulla semplice l’evoluzione dello scritto. Chiudiamo con i commenti sulla terza prova, quella che riguardava l’atto giudiziario da redigere: tosto, forse però la parte più semplice dei tre giorni di fuoco, ma mancavano tutti i riferimenti dei codici e delle sentenze e questo ha messo in ulteriore difficoltà molti candidati.
Una lunghissima tre giorni per tutte le aspiranti toghe che nei giorni precedenti hanno affrontato l’esame avvocato 2015/2016: tre prove, tre scritti molto complessi che quest’anno più di altri, pare dai primi commenti su web e siti specializzati, sembra aver messo più in crisi i candidati. Specie la seconda prova, quella sul diritto penale, è stata giudicata davvero a livelli altissimi di difficoltà, con la prima traccia che in pochi hanno scelto per assoluta mancanza di strumenti adeguati, in questi primi anni di pratica, per poterla affrontare. Un dato sembra però colpire e che rende l’idea come da qualche anno l’intento è quello di rendere assolutamente impossibile copiare e “barare” per i vari candidati. Solo a Milano ieri, raccontano i primi testimoni, sono stati espulsi una dozzina di aspiranti toghe beccati nell’intento di “prendere spunto” da codici già commentati o peggio bigliettini. Si racconta di polizia e ispettori del ministero in gran quantità per evitare tutto quanto: insomma, esame duro, possibilità di “farsi aiutare” ancora di più. I risultati daranno ragione?
Lo scoglio degli scritti per l’esame avvocato 2015-2016 è passato, ma gli strascichi come sono? L’impressione, dopo le tre prove scritte consecutive svolte tra il 15 e il 17 dicembre, dunque terminate ieri, è in quest’anno la volontà del Ministero e delle corti d’Appello nazionali sia di essere intransigenti e di scremare il più possibile. Dai primi commenti alle prove le reazioni sono molto improntate sulla estrema difficoltà dell’intera procedura per l’abilitazione ad avvocati: se si pensa poi che l’orale, come di norma, è decisamente più complesso delle prove scritte, ai candidati nei prossimi mesi non attende una via molto semplice. Ricordiamo che solo verso giugno verranno pubblicati i risultati degli scritti e dunque si scoprirà se si sarà ammessi all’orale di settembre 2016: tutto questo perché la procedura di correzione è piuttosto complessa, con in pratica una corte d’Appello che viene estratta per correggere i test di un altra città, con il criterio del rapporto di pari candidati (ad es, per Milano, solo Roma e Napoli possono estratte per correggere). Tra le prove più ostiche, la seconda – quella sul diritto penale – è stata la più temuta e difficile di tutte, con i due pareri che erano assai complessi e il cui commento stesso dei penalisti è stato decisamente negativo. Nel corso della giornata di oggi, sul sito della Corte d’Appello verrà essere estratta, per ogni città in cui si sono svolte le prove pubbliche per diventare avvocati, la città incaricata di correggere i test.