La decisione dell’Invalsi di spostare le prove al 6 e 7 maggio per le elementari, con la motivazione della proclamazione dello sciopero del 5 maggio, “conferma che il Governo teme una larghissima adesione all’astensione dal lavoro e che si estenda la mobilitazione contro il disegno di legge sulla scuola. Non si ricorre, infatti, al differimento nelle date del 6 e del 12 maggio quando sono stati proclamati altri scioperi da altre sigle”. Lo ha detto Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL. “Dubitiamo della legittimità di questo differimento delle prove, tra l’altro deciso dall’Invalsi e non dal MIUR. Valuteremo eventuali risposte anche sul versante legale”, ha aggiunto il sindacalista, secondo cui “non è la prima volta che si tenta di stravolgere unilateralmente leggi e sentenze, come è successo recentemente per il Cspi, le assenze per le visite specialistiche e i diritti dei precari, quando sono favorevoli ai ricorsi del sindacato”. Pantaleo ha poi concluso: “Se intendono condizionare lo sciopero del 5 maggio saranno delusi, perché la partecipazione sarà alta e la decisione di rinviare le prove Invalsi ne rafforza le ragioni. Noi andremo avanti con le lotte contro il disegno di legge regressivo del Governo e non ci faremo intimorire”.
Considerata “la vastissima adesione prevista per lo sciopero del 5 maggio”, la decisione di far slittare di un giorno le prove Invalsi “sembrerebbe una strategia per boicottare la grande protesta contro la riforma del governo Renzi”. A dirlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti che parla di “un provvedimento decisamente inopportuno”. “Ci chiediamo chi abbia assegnato questo potere al presidente Ajello – ha aggiunto – e interpelliamo in merito il ministro Giannini, visto che l’Invalsi è soggetto alla vigilanza del ministero della Pubblica Istruzione”. Secondo il coordinatore della Gilda, “nei giorni scorsi qualche dirigente scolastico ha ipotizzato uno spostamento della data della prima prova, prevista appunto per il 5 maggio, e qualcuno si è addirittura spinto a sventolare lo spauracchio della precettazione. Lecito, dunque, il dubbio che lo slittamento dei test Invalsi sia legato anche al pressing di questi presidi. In tal caso si tratterebbe di una grave ingerenza”.
Non si placano le polemiche dopo la decisione di rinviare le prove Invalsi a causa dello sciopero generale della scuola in programma il prossimo 5 maggio. “Ancora una volta si attacca il diritto al dissenso di docenti e studenti”, ha commentato Danilo Lampis, coordinatore nazionale Unione degli Studenti, secondo cui si tratta di “un atto gravissimo e senza precedenti”. “Il Governo – ha aggiunto – continua a millantare un processo democratico inesistente. Da mesi sono inascoltate le proteste contro la Buona Scuola ed ora più che mai sta diventando ridicola la retorica del Premier e del Ministro Giannini. Dopo l’accusa di squadrismo agli studenti ed ai docenti Bolognesi, lo spostamento delle prove è l’ennesima prova dell’atteggiamento antidemocratico perpetrato da questo Governo”. Il 5 maggio anche l’Unione degli Studenti sarà dunque in piazza “perchè il contrasto a questa riforma dell’istruzione sta diventando un baluardo non solo per la difesa della scuola pubblica, ma soprattutto della democrazia nel Paese”.
In vista dello sciopero della scuola fissato il prossimo 5 maggio, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) ha deciso lo slittamento delle prove già fissate per il 5 e 6 maggio 2015 rispettivamente al 6 e 7 maggio 2015. Si tratta di un spostamento, si legge in una nota diffusa questa mattina, “dettato dalla responsabilità dell’Istituto di ricerca di assicurare la significatività scientifica dei dati”. Un campione statistico non adeguato, infatti, “renderebbe non attendibili i risultati delle prove che, da molti anni, vengono utilizzati da organismi nazionali e internazionali (Ministeri, Università, Agenzie di gestione dei fondi europei, Regioni, associazioni impegnate sul recupero scolastico, ecc)”. A questo “si aggiunga il notevole danno economico conseguente la mancata utilizzazione dei somministratori esterni”.
Lo sciopero di tutto il personale della scuola organizzato dai sindacati il prossimo 5 maggio fa slittare le prove Invalsi previste proprio in quei giorni. Una scelta ovviamente non casuale per protestare contro il Ddl “Buona Scuola” del governo Renzi. In una nota diffusa oggi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) comunica la variazione delle date di svolgimento delle prove già fissate per il 5 e 6 maggio 2015 nelle scuole primarie e secondarie. In particolare, la prova preliminare di lettura (TI primaria) e prova d’Italiano (TI e V primaria) si terrà il 6 maggio 2015, mentre la prova di Matematica (TI e V primaria) e Questionario studente (V primaria) anrà in scena il giorno successivo, 7 maggio 2015. Tale variazione di calendario, si legge ancora, “riguarda tutte le classi della scuola primaria indipendentemente dall’adesione del personale docente e non docente allo sciopero del 5 maggio 2015. Pertanto le prove della scuola primaria si dovranno svolgere comunque il 6 e il 7 maggio 2015, anche se ci fosse la disponibilità del personale il 5 maggio 2015”. Restano invece confermate le date delle altre prove: 12 maggio 2015 (prova di Matematica, prova d’Italiano e Questionario studente per la classe TI secondaria di secondo grado) e 19 giugno 2015 (prova di Matematica e d’Italiano nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione).