Partecipazione in calo per le prove Invalsi nella scuola secondaria di secondo grado, dura reazione del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha definito indecente il boicottaggio e la strumentalizzazione della questione. Il ministro ha definito “inaccettabili”, tali strumentalizzazioni delle proteste contro la riforma “La buona scuola”.
Sono andate in scena oggi le prove Invalsi nella scuola secondaria di secondo grado. I test, fa sapere l’Istituto in una nota diffusa poco fa, hanno coinvolto circa 548 mila studenti delle classi II. Rispetto a quanto avvenuto con i test per la scuola primaria, in questo caso la partecipazione è nettamente diminuita: in particolare, nelle classi campione è stata dell’80,52%, mentre in quelle non campione la partecipazione è stata del 77,05% (alle primarie era stata circa del 90%). La partecipazione complessiva (classi campione e non campione) è stata del 77,36%. Il grado di partecipazione alla prova di Matematica e di Italiano, fa sapere ancora Invalsi, è comunque tale da garantire la significatività della rilevazione sia per le classi campione sia per quelle non campione.
Nonostante le proteste, gli scioperi e i boicottaggi, ci sono anche tanti studenti che oggi sono andati a scuola e hanno fatto seriamente la prova Invalsi. Come rivela un instant poll realizzato dal sito specializzato Skuola.net, ben 9 ragazzi su 10 tra quelli che hanno partecipato al test hanno risposto in modo serio e impegnandosi, senza quindi scrivere risposte divertenti, lasciare il foglio in bianco o fotografarlo per postare le immagini sui social. Solo il 9% degli alunni, una volta entrato in classe, ha deciso di invalidare il test in modi diversi, mentre il 16% lo ha compilato ma senza impegnarsi troppo. Uno su dieci ha ammesso di avercela messa tutta, mentre il 62% degli studenti ha detto di aver risposto nel miglior modo possibile semplicemente perché ha ritenuto che fosse la scelta più giusta.
Dopo le proteste e le alte adesioni allo sciopero, alcuni dirigenti scolastici della provincia di Catania avrebbero annunciato di voler far ripetere le Prove Invalsi somministrate il 6 e 7 maggio. Lo fa sapere l’USB di Catania in un comunicato riportato da il sito Orizzonte Scuola. Il sindacato ha voluto però ricordare “che il differimento della somministrazione delle prove è previsto dalla normativa solo in caso di eventi gravi e imprevedibili, che abbiano comportato l’inevitabile chiusura delle scuole, o in caso di impegni improcrastinabili prontamente comunicati allo stesso istituto Invalsi entro i termini previsti dal regolamento”. Appare chiaro che “né lo sciopero degli insegnanti, né l’assenza degli alunni” rientrano nella casistica prevista dalla normativa, quindi “si diffidano i Dirigenti Scolastici dal procedere al recupero delle prove non svolte per motivi non espressamente previsti e chiaramente regolamentati dalla normativa vigente. Qualsiasi abuso che determini la violazione degli obblighi di legge – conclude l’USB – sarà denunciato alle autorità competenti”.
Quelle di chi sceglie di boicottare le prove Invalsi “sono posizioni anacronistiche, parasovietiche. I test ci sono in tutto il mondo civile: o pensiamo che tutti gli altri stanno sbagliando oppure non seguire questo modello vuol dire condannare i nostri studenti ad un divario di formazione sempre più grande che sarebbe, quello sì, davvero pericoloso”. Lo dice in un’intervista a La Stampa Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, secondo cui “chi si oppone alle prove Invalsi farebbe bene a farsi un esame di coscienza”. I test “servono a sapere che cosa sanno gli studenti in matematica e in italiano – aggiunge Rusconi – Servono a chi prende decisioni politiche a capire quali sono gli errori più comuni e quindi dove intervenire nella formazione degli insegnanti e nel potenziamento degli strumenti da fornire alle scuole”.
Mentre proseguono le proteste in tutta Italia contro le prove Invalsi, il governo incontra oggi pomeriggio i sindacati per discutere del ddl Buona Scuola. L’appuntamento è alle 15 a Palazzo Chigi, dove i leader di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo saranno a colloquio con i ministri Stefania Giannini, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Graziano Delrio e il sottosegretario Claudio De Vincenti. Nella giornata di domani, invece, il governo dovrebbe incontrare anche altre associazioni di studenti e dei genitori. E’ proseguita anche nelle ultime ore la polemica tra governo e sindacati: “La scuola solo in mano ai sindacati funziona? Io credo di no”, ha detto recentemente il ministro Boschi scatenando forti reazioni. “La dichiarazione della ministra Boschi conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia – ha commentato il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo – La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del Governo. È del Paese e di chi quotidianamente garantisce alle nuove generazioni di avere una istruzione all’altezza dei tempi”.
Aule vuote, studenti in strada e proteste. Da Nord a Sud, in tanti sembrano aver accolto la richiesta di boicottaggio delle prove Invalsi lanciata da sindacati e associazioni studentesche. A confermarlo sono le immagini e i messaggi che in queste ore stanno affollando i social, da Twitter a Facebook: in alcuni casi gli alunni hanno preferito non entrare a scuola per sostenere il test, mentre in altri hanno consegnato in bianco il test oppure con risposte ironiche. L’Unione degli Studenti parla di una “adesione altissima” al boicottaggio in tutta Italia, postando online foto di aule vuote o di assemblee pubbliche organizzate dagli studenti in diverse città italiane.
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Nuovo flash mob questa notte davanti al ministero dell’Istruzione per protestare contro le prove Invalsi. “Ancora una volta ribadiamo che non è attraverso una prova a crocette che si testa l’efficacia educativa della scuola pubblica sui ragazzi – ha detto Alberto Irone, portavoce Rete Studenti Medi che ha organizzato la protesta davanti al Miur – Il ruolo della scuola va molto oltre alla mera acquisizione di nozioni. Inoltre ogni anno vediamo come a causa di queste prove in molte scuole si blocchi completamente la didattica per fare una preparazione finalizzata esclusivamente alle Invalsi, falsando già di per sé i risultati”. “Noi crediamo – ha aggiunto – che la valutazione del sistema scolastico nella sua interezza sia una parte fondamentale per la scuola e per il suo miglioramento, ma gli strumenti oggi utilizzati per fare ciò sono assolutamente sbagliati. Il metodo del test a crocette non è assolutamente adeguato a dare uno spaccato completo riguardo le capacità degli studenti e nemmeno il questionario sulla condizione sociale di partenza è adeguato”.
Sono in programma stamattina le nuove prove Invalsi di Italiano e Matematica per le scuole superiori. Come già accaduto la scorsa settimana per i test che hanno interessato gli alunni delle scuole primarie, anche oggi sono previsti diversi scioperi e proteste che potrebbero far saltare le prove in molte scuole italiane: protestano gli studenti ma in molti casi anche i professori che, come consigliato da diverse sigle sindacali, potrebbero recarsi a scuola per svolgere regolare lezione ma scegliendo di non somministrare i test. Su Twitter qualche ragazzo fa sapere che i test sono stati spostati a martedì prossimo, ma è una notizia ancora tutta da verificare. Come ha detto ieri Roberto Ricci, responsabile ricerca Invalsi intervenuto in diretta streaming sul sito specializzato Skuola.net, “anche negli altri anni ci sono state questo tipo di proteste e fino ad oggi le prove sono state fatte comunque con estrema serenità”. Sembra dunque che i test si svolgeranno regolarmente.
In vista della nuova prova Invalsi in programma domani, il sito specializzato Skuola.net ha realizzato un sondaggio su circa duemila studenti per capire cosa i ragazzi pensano dei test. Solo il 17% degli intervistati considera le prove Invalsi utili a migliorare e valutare la scuola, mentre secondo il 14% si tratta di un test totalmente inutile. Tra gli studenti che domani sosterranno la prova per le superiori, uno su quattro ha dichiarato che la boicotterà, mentre un 6% si dice convinto che saranno gli stessi docenti a non far effettuare il test per protesta. Per quanto riguarda ancora i docenti, uno studente su 10 ha ammesso che il prof ha chiesto alla classe di non presentarsi, mentre secondo il 5% il prof ha annunciato che lascerà copiare liberamente. Dal sondaggio di Skuola.net emerge però anche molta confusione tra gli alunni: uno su cinque ancora non sa bene cosa sia effettivamente la prova Invalsi, mentre il 27% ignora quale sia la sua funzione.
In vista della nuova Prova Invalsi, in tanti si chiedono in che modo sarà composto il test e come affrontarlo. E’ prevista infatti domani la prova di Italiano, di Matematica e il Questionario Studente per la classe II secondaria di secondo grado (scuola superiore): per tentare di risolvere ogni dubbio, il sito specializzato Skuola.net aprirà questo pomeriggio una diretta streaming durante la quale gli studenti potranno porre diversi quesiti. A rispondere ci sarà Roberto Ricci, responsabile Invalsi. Ed è stato sempre Skuola.net a condurre un sondaggio tra gli studenti dal quale è emerso che un alunno su 4 che domani dovrà sostenere la prova sceglierà di boicottarla, mentre solo il 17% degli intervistati considera utile la Prova Invalsi. Clicca qui per seguire la diretta streaming video su Skuola.net
Dopo i test dedicati alla scuola primaria, proseguono le Prove Invalsi 2015. Domani, martedì 12 maggio, sono in programma le prove di Matematica e di Italiano, oltre al Questionario Studente, per la classe II secondaria di secondo grado (scuola superiore). I risultati delle prove Invalsi, come i test di qualche giorno fa, non saranno disponibili per ogni singolo studente, ma saranno rese pubbliche sul sito di Invalsi dopo una complessa elaborazione statistica. Sono attese nuove proteste: diversi sindacati hanno infatti confermato una giornata di sciopero con diverse modalità per protestare contro le Prove Invalsi e contro la riforma della “Buona Scuola” del governo. I docenti potrebbero aderire all’agitazione dell’intera giornata proclamata da CUB e Cobas oppure praticare lo sciopero breve di mansione indetto dall’Usb. In quest’ultimo caso il personale si presenterebbe a scuola ma solo per svolgere la regolare lezione, rifiutandosi esclusivamente di somministrare i test. L’Usb fa quindi sapere che “ad oggi, per lo sciopero breve di mansione non può essere applicata nessuna decurtazione sullo stipendio vista la mancanza di blocco di un servizio essenziale e tanto meno di un diritto costituzionalmente garantito quale quello all’istruzione”. Per questo tipo di sciopero, quindi, “l’amministrazione non ha un criterio per quantificare un’eventuale trattenuta, che non potrà comunque superare quella prevista per le attività funzionali (17,50 Euro l’ora), ma molto probabilmente non potrà essere applicata alcuna trattenuta”.
I risultati delle prove Invalsi dello scorso anno per la II Secondaria superiore sono disponibili al sito www.invalsi.it (clicca qui per i risultati dei test delle prove Invalsi) ed evidenziano – a livello di distribuzione territoriale – un divario tra il sud e le isole e il resto d’Italia. In particolare (Figura 4.7 pagina 57) notiamo come alcune regioni italiane mostrino una media significativamente più alta della media nazionale (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna) e altre una media significativamente più bassa (Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania). La situazione si riconfermerà anche nei risultati delle prove Invalsi 2015?