Stop alla riforma della scuola: uno schiaffo politico a Renzi e al governo firmato Mario Mauro (Popolari per l’Italia-Gal). Ieri il ddl sulla Buona Scuola è stato bocciato in Commissione Affari costituzionali del Senato: governo battuto su una pregiudiziale di costituzionalità, 10 voto a favore e 10 contro, assenti tre esponenti di Ncd e altrettanti di M5S, con il voto a favore della presidente Anna Finocchiaro (normalmente il presidente di commissione non vota). 



Senatore Mauro, ci spieghi questo blitz. Perché il ddl non sarebbe costituzionale? 
Nel ddl c’è lo stravolgimento del corretto rapporto tra Stato e cittadini. Il ddl infatti rinegozia a posteriori, e con effetto retroattivo, le condizioni alle quali molti aspiranti docenti diventano insegnanti. Dopo che i passai governi hanno fissato le regole, improvvisamente lo Stato traditore dice: quelle regole non valgono più e ora, con effetto retroattivo, le cambio. E’ una violazione bella e buona del principio della libertà di insegnamento. E non solo di quello.



A che cosa allude?
Al principio della libertà di educazione. Il governo non può dire: introduco la libertà di scelta perché do un rimborsino di 76 euro a chi iscrive i figli alle paritarie, e poi contemporaneamente impedire che le paritarie possano reclutare gli insegnanti. Per questo ho votato no e per questo ho chiesto ai colleghi degli altri partiti di fare altrettanto. 

Il piano di assunzione dei docenti in effetti continua a far discutere. Molti continuano a chiedere lo stralcio.
Il problema è ancora più grave. Prima diciamo che lo Stato non può cambiare con effetto retroattivo le norme sulle pensioni perché produce mostri, e poi con i docenti che cosa facciamo? Diciamo loro che si diventa insegnanti con un percorso abilitante che comporta corsi post-laurea, tirocini e passaggi di selezione, per poi dire: no, scusate, alcuni di voi li assumo perché mi sono simpatici, altri no — e non si sa bene perché.



Avanti tutta contro la riforma, dunque?
Nessuno di noi vuole impedire l’approvazione del ddl sulla Buona Scuola, chiediamo solo che sia scritto come si deve.

Mancavano tre esponenti di Ncd e lei ne ha approfittato, è così?
Mancavano anche tre esponenti di M5S. Quando ho visto che eravamo in numero vantaggioso per le opposizioni ho chiesto il voto immediato, impedendo che altri si potessero organizzare per azzerare la maggioranza che si era formata in quel momento.

Dunque ha voluto mandare un segnale politico. In realtà sa bene che…

Sì, lo so anch’io che se si se si va in Aula al Senato e si chiede il voto sulla pregiudiziale di costituzionalità, la maggioranza sicuramente riesce a prevalere. Perché i parlamentari hanno scritto in fronte “2018” e chi fa opposizione perché è convinto delle proprie idee si conta sulle dita di una mano. Ma spero che maggioranza e governo facciano quello che va fatto, scrivano meglio le leggi, sanando le contraddizioni, e ascoltino sul serio il mondo della scuola.

Non le è bastato che Renzi in direzione Pd abbia ribadito la volontà di rallentare l’iter del ddl per discuterne ancora?
Se Renzi voleva fare un ulteriore sberleffo al Parlamento, c’è riuscito perfettamente.

E perché?
Che cos’ha detto Renzi? Rallentiamo il ddl, in modo che per 15 giorni ne possano discutere i circoli del Partito democratico… Grazie al premier abbiamo scoperto un nuovo organo costituzionale: i circoli del Pd. Come se avesse detto agli insegnanti: dopo avervi ascoltato con delle forme inventate di consultazione, adesso è ora di ascoltare il Pd… Complimenti. Un’innovazione costituzionale che, meno male, i membri della commissione hanno subito valorizzato.

E adesso?
Spero che la faccenda non si concluda alla solita maniera, facendo espellere il senatore Mauro dalla commissione Affari costituzionali, come del resto è già avvenuto. E come già oggi (ieri, ndr) il Pd, per bocca del suo capogruppo Zanda, ha minacciato di fare.

(Federico Ferraù)