Docente di scienze politiche all’Università di Padova, il professor Daniele Marini non si aspettava certo che un estratto da un suo articolo del febbraio 2015 finisse tra le tracce di temi di maturità, per la precisione quella di ambito tecnico-scientifico: “Ho una figlia che proprio stamattina si è recata a svolgere l’esame” ha raccontato a ilsussidiario.net “non so ancora se ha deciso di commentare le parole del padre…”. Una bella soddisfazione, ma anche il riconoscimento di una capacità di leggere i cambiamenti dei mezzi di comunicazione di quella che Marini definisce “società altamente permeabile oltre che liquida”: “Credo sia la prima volta che questo tipo di argomento entra nel novero degli argomenti da esame, mi sarei aspettato piuttosto l’Expo, ma è un tema ovviamente centrale oggi. Le nuove tecnologie della comunicazione fanno passi in termini tecnologici ma anche cambiando il nostro stile di vita e le nostre capacità cognitive”.
Per Daniele Marini questo lo si percepisce dal modo in cui cambia l’uso stesso delle tecnologie: “Oggi tra i giovani gli sms sono ad esempio caduti in disuso, si comunica tra studenti e scuola e tra giovani tramite Facebook e WhatsApp, questo dimostra come queste tecnologie cambiano rapidamente. Per definizione le nuove tecnologie poi tendono a far saltare tutte le dimensioni dello spazio e del tempo, siamo infatti raggiungibili in ogni momento. Durante le mie lezioni chiedo sempre ai miei studenti di spegnere il cellulare ma non c’è messa, matrimonio o convegno in cui non squilli un telefonino. Questo la dice lunga della fine di ogni divisione tra sfera privata e lavorativa”.
“In realtà” spiega Marini “le giovani generazioni sono molto più abituate rispetto agli adulti all’uso di queste tecnologie perché ci nascono insieme e paradossalmente sanno prenderne le distanze rispetto agli adulti che vi approdano in età più avanzate. In questo senso credo che lo svolgimento di questo tema dimostrerà come gli studenti sanno fare autocritica e critica delle tecnologie. Studiando altre ricerche al proposito si vede come i giovani sono molto più critici verso se stessi di quanto non lo siano gli adulti e pretendono da se stessi più di quanto non facciano gli adulti”.
Tra i temi della maturità di oggi la ricorrenza del 70esimo anniversario della resistenza che ha fatto capolino in ben due tracce, qualcuno ha criticato l’abuso delle ricorrenze: “Secondo me è giusto proporre ricorrenze significative tra i temi di maturità sia perché i temi che sono vicini a noi storicamente sono anche quelli che nei percorsi formativi sono meno trattati e rischiano sempre di essere lasciati fuori della scuola. E poi perché le giovani generazioni fanno fatica più di quelle precedenti ad avere l’idea della storia. I miei studenti ad esempio mi hanno segnalato l’interesse per la fiction tv 1992 sulla storia di Tangentopoli di cui non avevano mai sentito parlare. Mentre per me che ho 55 anni al liceo negli anni 70 la resistenza era un tema vivo di cui si discuteva, era una storia che faceva sentire i suoi riverberi, oggi per le giovani generazioni non è più così, quindi è giusto che nei temi della maturità il soggetto da svolgere affondi nelle nostre radici recenti”.