Temi stereotipati senza particolari spunti di originalità: per il professor Stefano Zecchi il ventaglio di titoli offerti ai maturandi è deludente. Anche questa volta, ha detto a ilsussidiario.net, non si è tenuto conto che il tema deve servire per valutare la maturità del ragazzo si chiama esame di maturità non a caso, dice: “Con la scelta offerta si dà poco spazio perché questo avvenga, sono tutti orientati verso una monocoltura e il ragazzo sta prudente a non uscire dai cliché convenzionali se no paga un prezzo alto”.
Si è rispettato, dice sempre Zecchi, il banalissimo cliché degli anniversari, con il 70esimo della Resistenza che appare in ben due saggi, quello dedicato a Italo Calvino e quello di tipo storico in cui lo studente è chiamato a riflettere sul testamento spirituale di un ufficiale italiano passato alla Resistenza e condannato a morte. “Ma l’idea che ogni maturità debba rispettare gli anniversari mi sembra una tale idiozia che non sta né in piedi né in terra” dice Zecchi. Nel caso del saggio su Calvino, dice ancora, Il nido dei ragni è sicuramente un bel libro ma allo stesso tempo molto vecchio e oltretutto non uno dei suoi migliori. Si voleva fare un discorso letterario sulla Resistenza come cioè la letteratura ha affrontato la Resistenza, ma allora, dice, rimanendo nello stesso ambito culturale e ideologico era meglio Cesare Pavese. “Per quanto riguarda gli scrittori che hanno vissuto quel periodo storico, Pavese è uno dei più intensi e affascinanti che offre maggiori spunti di commento. Di Calvino potevano prendere altri romanzi sicuramente migliori ma allora entravi in una letteratura alta che toccava altre questioni. Avrei scelto una cosa meno annunciata e stereotipata di quel Calvino”.
Per Stefano Zecchi il tema migliore è “Letteratura esperienza di vita”: “Se fossi stato un maturando avrei sicuramente scelto quello. E’ bello dal punto di vista dello studente perché gli consente maggior rappresentazione di sé, di far riferimento ai percorsi di storia letteraria e anche ai suoi apprezzamenti alla letteratura”. Infine il premio Nobel Malala e il Mediterraneo: “La scelta della giovane pachistana è una scelta moralista, visto che il moralismo oggi va molto di moda e a cui siamo molto sensibili, che però giustifico di più della scelta di Calvino. Anche il tema sul Mediterraneo è banale e buonista, i ragazzi finiranno per ripetere gli scontati luoghi comuni sull’immigrazione”.
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