Gentile direttore,
ho letto un articolo di Sergio Bianchini che faccio fatica a comprendere se consenziente o dissenziente rispetto ad un mio recente pezzo sul Corriere della Sera. Mi si consenta una raffica di citazioni: “lode di maniera. Solita critica. Dichiarazioni gratuite. Richiesta vaga. Classismo. Senza approfondimento. Giustizialismo. Anti genitoriale. Furbescamente. Ingannatore”. Una raffica di aggettivi e valutazioni che non suonano come un complimento.



La sostanza del ragionamento invece è molto vicina alla mia posizione. Sono per l’autonomia e non per l’anarchia e sono convinto che il lavoro che viene richiamato da Bianchini è quello che ci vuole per la scuola di oggi, cioè una sensibilità sociale a favore dell’inclusione, ma non declamata o predicata, bensì costruita pazientemente nel concreto. Continuo a pensare che il classismo nella scuola c’è, ma che per superarlo non servono le invocazioni puramente ideologiche, bensì al contrario il paziente lavoro di quei docenti che ci credono.



La ringrazio per l’ospitalità
Cordialmente
Luigi Berlinguer

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