Dopo la penultima prova, l’Invalsi 2015, andata in scena venerdì scorso, anche gli esami di fine primo ciclo d’istruzione (terza media) volgono al termine: ultimo scoglio rimane la prova orale, al termine della quale le commissioni si riuniranno per arrivare alla formulazione di un votazione finale che terrà conto di tutti e 7 i voti risultanti dalle altre prove. Per cercare di avere un giudizio complessivo di questo esame e di tutte le suo componenti, compresa soprattuto la prova Invalsi tanto discussa nell’opinione pubblica, abbiamo raggiunto in esclusiva Giovanna Lazzarin, docente di lettere in una scuola secondaria di I grado a Padova.



Professoressa Lazzarin, cosa ne pensa del sistema Invalsi, alla luce delle recentissime prove di venerdì?

Io continuo a pensare che l’Invalsi sia una grande occasione per tutti coloro che nella scuola avvertono il limite dell’autoreferenzialità. Le prove sono un’occasione per “misurare” la propria didattica. Soffermarsi sugli errori può aprire a molte riflessioni in tal senso. Non mi dispiacerebbe però che la prova venisse somministrata in data diversa rispetto a quelle dell’esame.



Ci può descrivere il percorso di valutazione che avviene dalle singole prove fino al voto complessivo finale?

Il percorso di valutazione parte dalla formulazione, da parte dei docenti del Consiglio di Classe in sede di scrutinio finale, del giudizio di idoneità. Come esprime bene la dicitura, non si tratta di una mera valutazione di tipo numerico, non si chiama infatti voto di idoneità. Si chiama giudizio ed è espresso da un numero, su una scala da 6 a 10, che esprime complessivamente l’idoneità ad affrontare la prova di stato. Criteri ben precisi espressi e condivisi nei collegi docenti mettono assieme più fattori come l’impegno, la partecipazione, l’autonomia e certamente anche le singole valutazioni disciplinari.



Come si rapporta alle altre prove questo giudizio di idoneità?

Il giudizio di idoneità è il primo dei 7 voti che vanno a costruire la somma sulla quale è calcolata la media matematica, da cui deriverà il voto di licenza. Gli altri voti derivano da: la prova di produzione scritta in lingua italiana, la prova di matematica, di lingua inglese, la seconda lingua comunitaria scelta dal singolo alunno per il triennio, e poi ancora la prova Invalsi e il colloquio finale, condotto e valutato secondo i criteri dichiarati dal collegio docenti. 

Giudica vi siano delle criticità o difficoltà complessivamente?

La criticità più grande deriva dall’eccessivo numero di prove e dalla conseguente durata dell’esame stesso. Teniamo presente che per i ragazzi di 14 anni l’esame di licenza si svolge su 6 giorni! La seconda criticità che vedo è legata allo svolgimento della prova orale: raramente è l’occasione per verificare che il candidato guidi un colloquio pluridisciplinare con al centro ciò che ha scoperto, approfondito, gustato nel suo breve, ma dignitosissimo, percorso. Non essendo abituale infatti il lavoro interdisciplinare a livello del consiglio di classe, è necessario che ogni insegnante “interroghi” sui propri contenuti, perdendo così l’unica occasione, forse, per verificare non tanto le conoscenze del candidato  (stiamo parlando degli stessi insegnanti che ne hanno valutato l’idoneità), ma le competenze, almeno quella di affrontare un dialogo alla pari, con adulti, esperti di qualche disciplina.

 

E per quanto riguarda la certificazione delle competenze predisposta dal Ministero?

Durante lo scrutinio finale d’esame, assieme alla media matematica dei voti riportati, quindi dell’esito finale, la commissione è tenuta alla compilazione della certificazione delle competenze. Quest’anno per l’ultima volta, su modello predisposto da ogni istituzione scolastica. A partire dal prossimo anno scolastico la certificazione delle competenze avverrà, in modo generalizzato, sul modello predisposto dal Ministero e presentato lo scorso mese di febbraio. Poche sono le istituzioni scolastiche che già nei prossimi giorni vi lavoreranno in modo sperimentale, avendone fatta esplicita richiesta entro il mese di marzo 2015.

 

In conclusione professoressa, che senso ha oggi l’esame delle medie, ovvero qual è la sua importanza per un ragazzo di 14 anni?

L’importanza dell’esame di licenza è legato al fatto che per la prima volta i ragazzi sperimentano il valore di una prova ufficiale. È la presenza di un Presidente esterno che garantisce l’ufficialità dell’esame. Del resto, non fosse così, non sarebbe molto diverso da quanto succede normalmente durante l’anno scolastico, dato che sono i docenti stessi a condurre l’esame. Ciò ha dei vantaggi ovvi, ma anche degli svantaggi: da insegnante direi che è facile applicare lo schema di valutazione solito e non vedere aspetti che magari, visti da un occhio esterno, sono evidenti. 

 

Si può dire che rappresenta una tappa nel percorso di crescita del ragazzo? 

Direi di sì… ho visto molti ragazzi affrontare seriamente questa circostanza e uscirne soddisfatti.

 

(Niccolò Magnani)