Giovani e lavoro. Da quanto ne sentiamo parlare e per quanto tempo ancora ci verrà proposto da ogni possibile angolatura. Politica, impresa, scuola: dovunque, si propone una ricetta per il miglior ponte tra giovani e lavoro, con risultati però spesso non all’altezza. Ma anche quando i buoni spunti ci sono vanno poi colti nella maniera più intelligente e per farlo bisogna avere un’idea chiara sulla proposta educativa e tecnica. Nel 2008 per decreto ministeriale sono nati gli Istituti tecnici superiori (ITS) all’interno della riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione: per cercare di sopperire ad una continuativa carenza negli ultimi anni di offerte post-diploma nell’ambito della formazione tecnica, sono stati costituiti questi percorsi alternativi all’università in grado di preparare al meglio i giovani al mondo del lavoro in determinate aree tecniche. Sfida affascinante con risultati che si iniziano a scorgere in vari settori, come ad esempio il legno-arredo: la filiera più importante in Italia in questa particolare area, FederlegnoArredo, ha colto la grande opportunità e ha scommesso forte sul futuro del proprio settore aprendo il primo Its a Lentate sul Seveso, in Lombardia.



Sempre FederlegnoArredo quest’anno sarà presente al Meeting di Rimini 2015 con una mostra importante dal titolo “Benvenuti a casa nostra” in cui viene, tra i vari temi toccati, approfondita la questione decisiva per FLA e per l’intero panorama italiano del rapporto tra giovani e lavoro. E saranno protagonisti proprio i ragazzi del polo formativo di Lentate, che parleranno della loro esperienza formativa a scuola e in azienda come giovani apprendisti di realtà che hanno già fatto la storia del design e dell’arredo italiano. Per capire meglio siamo andati alla radice dell’esperienza di Lentate, raggiungendo proprio uno dei primi ragazzi entrati nel progetto, Mattia Mocellin, ora al secondo anno del percorso Its.Mattia, ci racconti com’è l’esperienza nel primo polo formativo Federlegno?
Visto esternamente può sembrare un percorso meno probante rispetto all’università, ma guardando anche solo tempistiche e prestazioni si cambia subito idea. Spesso abbiamo giornate con 6/8 ore di lezione, con magari i relativi test d’esame il giorno successivo. Un percorso che impegna moltissimo ma che ho scelto sapendo bene tutto ciò, ne ero consapevole perché ce lo hanno presentato proprio così.Essere i primi ad effettuare questo percorso non deve essere facile…
Esatto, ma a FederlegnoArredo hanno rispettato in toto quello che ci avevano promesso in sede di presentazione del corso: essendo i primi non avevamo pietre di paragone, ci siamo fidati e i fatti hanno confermato tutta la positività della scelta. Se un progetto è valido, pur senza dei precedenti alle spalle, i risultati arrivano e qui vieni preparato perfettamente sotto entrambi i punti di vista del nostro settore, lato tecnico e lato commerciale.



Un corso in Its quanto dura? E questi due ambiti che citi ti sembrano preparino davvero al lavoro fuori?

Sono due anni, da ottobre a luglio, anche se le tempistiche possono variare perché essendo molto legati alle imprese siamo anche noi sottoposti ai “tempi del mercato”. È richiesta grande flessibilità poiché di volta in volta scopriamo che ad esempio per la settimana successiva abbiamo dei test o delle altre lezioni. Insomma, siamo davvero preparati a quel che poi ci attende nel mondo del lavoro. 

Una lezione come si struttura? E la messa in pratica delle lezioni quando avviene?
Guardi, l’aspetto teorico del commerciale viene testato subito sul pratico: spesso finiamo le lezioni e nel pomeriggio abbiamo subito un prova pratica con ad esempio una ricerca di mercato fatta con lavori di gruppo e in cui dobbiamo poi spiegare alla classe i nostri risultati. I dati sono forniti direttamente dalle aziende affiliate di FLA e noi dobbiamo testarci subito con quelli, come ad esempio capire se vale la pena o meno puntare su quel preciso mercato o su un altro. Nella parte tecnica invece non esiste teoria, è già pratica: nel momento che i nostri professori che provengono da varie aziende ci introducono subito ai lati più specifici del settore legno-arredo.



I percorsi di questo polo formativo come si differenziano ad esempio da quelli delle scuole superiori tecnico-industriali? Si può dire che siete una “scuola di lavoro”?
Assolutamente. Davvero qui è diverso rispetto alle superiori: nelle scuole la pratica c’è, ma sono lezioni che reputo comunque “teoriche” non tanto perché non vi sia una manualità diretta, quella c’è anche lì, ma perché vengono usate pratiche obsolete che poi nel mondo del lavoro non incontrerai mai. Bisogna invece lavorare su quello che esiste oggi nella realtà corrente di questo mercato e qui a Lentate si segue proprio questo obiettivo: quello che succede in azienda viene replicato fedelmente qui, non scorgendo quasi la differenza tra la scuola e il lavoro. 

In che senso?
Ad esempio me ne sono accorto vedendo la differenza tra gli stage tramite questo Its e quelli che ho fatto durante le superiori: all’epoca avevo bisogno di molti giorni per cercare di apprendere tutte le questioni minime che in classe non affrontavamo, mentre qui non noto praticamente mai la differenza, è come se sapessi già come muovermi. Il problema generale dunque non sta nel fatto che manchino le opportunità di stage, ma che non vieni preparato a quello che effettivamente accade durante il lavoro vero.

Ci racconti dunque come è arrivata la proposta.
Leggendo un articolo ho visto questa opportunità, solo che l’incontro di presentazione era lo stesso giorno del test d’ingresso in università per Marketing commerciale. MI sembrava un segno del destino, dovevo scegliere tra due mie grandi passioni da sempre e penso proprio di aver scelto bene, visto che qui all’Its vi sono entrambe queste mie passioni nella maniera che reputo più interessante e utile per il mio futuro. 

È recente la notizia dei dati Istat sulla disoccupazione giovanile al 44% in Italia. Spesso l’università è valutata l’unica scelta possibile e sensata nel percorso post diploma: come valuta la virtuosità della strada particolare del polo formativo FederlegnoArredo?

Penso ci sia un problema di comunicazione, io ad esempio durante le superiori non sapevo minimamente di questi percorsi, università o lavoro diretto sembrano essere le uniche alternative. Poi ci sono corsi di poche settimane a prezzi proibitivi che secondo me servono davvero a poco proprio per l’esigua tempistica di lavoro, eppure scegliendo l’università per quello che desideravo io, avrebbe significato perdere molto. Dunque questo Its è arrivato a puntino e credo che davvero in questo e per altri settori tecnici sia il futuro: l’università prepara allo stesso modo per filiere di legno-arredo che per cancelli, ma questo non va bene. 

Come mai?
Perché nel mercato odierno impregnato ancora di crisi, per entrare davvero nel mondo del lavoro devo spendermi al meglio ed essere subito indirizzato ad una specializzazione. Essere preparati poco per tutto non lo reputo in questo campo una scelta felice.

Progetti dunque dopo questo Its?
Io avrei le idee piuttosto chiare per dove e cosa cercare, si lavora ora per il “come”: meglio mi “vendo”, cioè mi specializzo, e meglio riuscirò ad ottenere, restando nel campo del reale, quello per cui mi sto preparando: mi stanno insegnando a fare, io devo ora coltivare e sviluppare al meglio la metodologia nella ricerca del lavoro. 

Viene affrontato anche questo nei vostri corsi?
Sì, e andando molto addentro nel particolare. Ad esempio, alterniamo lezioni su marketing industriale internazionale con una intelligente ricerca e perfezionamento addirittura del canale Linkedin: insomma c’è una tutela e un interesse a 360 gradi per ogni ambito del lavoro a misura proprio del ragazzo e del suo futuro. È molto stimolante e ti permette di imparare sempre di più.

FederlegnoArredo: interesse, passione e crescita. Azzardato?
Per nulla. Sottolineo tra queste, più di tutte, la crescita: qui a Lentate sto conoscendo grandi imprenditori e tutti ci voglio trasmettere la loro passione e la propria professione, non sono “gelosi” di tenere per sé il loro lavoro e vogliono trasmetterlo. Cercano qualcuno che possa raccogliere e continuare un percorso di crescita del settore legno-arredo così importante in Italia: ma è una crescita anche e sopratutto umana. 

Ci spieghi meglio.
Elasticità, flessibilità, passione e “gratuità”, tutto questo sto sperimentando in questi anni qui. Noi siamo ancora legati ad una generazione, quella dei nostri genitori, che di norma vede il lavoro come il sacrificio da pagare per poter portar qualcosa a casa e vivere solo nel dopo-lavoro. Invece per me e tutti i miei compagni di corso che vedo tutti i giorni, succede il contrario: se ti piace davvero quello che fai, spendi al meglio tutto il tempo che hai a disposizione, e anche il tuo “tempo libero” lo dedichi a questa passione. Per me è decisivo imparare e, specie in questi primi anni di carriera, questo va al primo posto anche sopra allo stipendio: stiamo gettando le basi per il nostro futuro, questo lo reputo più importante di ogni altra cosa.

(Niccolò Magnani) 

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