Continua a tenere banco la questione riguardante il piano assunzioni nel mondo della scuola che nelle intenzioni del Governo dovrebbe portare all’assunzione di circa 100 mila docenti. La Ministro dell’Istruzione Stefani Giannini, nel corso di un incontro avvenuto in provincia di Lucca, è stata attaccata da alcuni docenti e rappresentati dei sindacati che hanno fatto presente il proprio dissenso nei confronti di tale piano. Non si è fatta attendere la replica della Giannini che interpellata sulle iniziative portate avanti dall’opposizione ed in particolar modo dagli esponenti del Movimento Cinque Stelle, ha sottolineato: “Se il Movimento 5 Stelle pensa che la Buona Scuola possa essere un argomento per fare ricorso, facciano ricorso allora. Ognuno fa il suo mestiere”.
La riforma della Buona Scuola “non risponde ai bisogni di un sistema d’istruzione all’altezza dei tempi” e “non contiene un modello di scuola, in realtà”. Lo afferma Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, in una recente intervista rilasciata al sito Jobsnews.it. La legge, spiega il sindacalista, “è tutta schiacciata sulle questioni organizzative e amministrative. Non affronta i grandi temi: una profonda innovazione dei modelli didattici e dei programmi. È questo il vuoto che si avverte”. Ad esempio, “ci sono alcuni temi che sono stati elusi da questa legge – aggiunge Pantaleo – il primo è l’elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni, che è una misura in discussione in quasi tutti i paesi europei e serve a includere maggiormente nella società e nel lavoro. Più alti livelli d’istruzione significano più alti livelli d’inclusione nella società e nel lavoro, significano padroneggiare molto meglio i cambiamenti che si producono nella società, nei campi dell’economia e della comunicazione, ad esempio”. Il secondo tema riguarda invece l’assenza di una “strategia di lotta alla dispersione scolastica, una vera piaga che sta allargandosi, anche con modalità differenti rispetto al passato – dice ancora Pantaleo – La dispersione oggi è anche il frutto della disperazione economica e sociale, della povertà in aumento, per cui molte famiglie non riescono più a mandare i propri figli a scuola. E nella legge, nulla si dice a proposito del diritto allo studio. Manca del tutto una risposta efficace, che significa anche venire incontro ai nuovi bisogni delle ragazze e dei ragazzi del nostro Paese”.
I sindacati replicano al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che in una recente intervista a La Stampa ha dichiarato che la mobilità “è un fenomeno ineliminabile, finché ci saranno molte cattedre a Nord e molti insegnanti a Sud: io mi sono laureata nell’84, ho amici che per insegnare si trasferirono a Pinerolo, a Lodi, a Vicenza”. Questo non è del tutto vero secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal, “perché nei concorsi pubblici della scuola è il candidato che sceglie la provincia o la regione dove concorrere: se non ci sono posti, attende che si liberino. Non si può arrivare al ricatto: se non scegli Pordenone sei fuori”, ha detto, come riportato oggi dal sito Orizzonte Scuola. “È dal 1200 che i maestri e i docenti non devono più spostarsi centinaia di chilometri per insegnare – aggiunge Pacifico – Ma chi amministra Viale Trastevere, evidentemente lo dimentica. Perché una cosa è trasferirsi volontariamente da Sud a Nord, un’altra è essere obbligati. Magari a 50 e più anni di età, con situazioni personali o familiari difficili. Mettere questi insegnanti davanti al fatto compiuto, scegli questa provincia o sei espulso dalle graduatorie, è un atto di forza che si commenta da solo. E che viola le regole di accesso al pubblico impiego”.
Non si placano le polemiche sulla riforma della Buona Scuola e sul piano straordinario di assunzioni. “Il Presidente Renzi continua ad attribuirsi meriti inesistenti: il processo della Buona Scuola è sicuramente stato avviato ma attendiamo i risultati. Siamo realisti: il futuro della scuola, degli insegnanti, dei precari è sempre più cupo e confusionario”, ha dichiarato in una nota Giuseppe Mascolo, segretario generale dell’Ugl Scuola. Il sindacato ribadisce che le centomila assunzioni “non sono un merito dell’esecutivo, ma semplicemente il risultato di battaglie giudiziarie, come ad esempio la sentenza della Corte Europea”. La realtà, prosegue Mascolo, “è che regna sovrana la confusione e di conseguenza si procede agli adempimenti amministrativi, tra i quali le immissioni in ruolo, troppo spesso senza la chiarezza necessaria e con tempistiche troppo risicate e quindi inaccettabili anche in considerazione del periodo estivo”. Le stesse procedure per le domande on line “sembrano un terno al lotto e per avere un minimo di chiarezza a seguito di alcune FAQ pubblicate dal Miur, si è dovuto attendere parecchi giorni, ma l’incertezza continua a regnare sovrana”.
E’ ancora scontro tra sindacati e ministero dell’Istruzione sul Piano straordinario di assunzioni 2015/2016 previsto dalla riforma della Buona Scuola. Secondo Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, la misura introdotta dal Miur con la legge 107/15 “sta generando sconcerto e preoccupazione tra i precari coinvolti”, perché “oltre a non rispondere ai bisogni reali delle scuole, penalizza i precari costretti a emigrare dalle proprie regioni e non rispetta la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti”. In questa situazione definita “caotica”, prosegue il sindacalista, “la Ministra Giannini vuole sbarazzarsi dei precari paventando la cancellazione dalla graduatoria a esaurimento per coloro che non presentano la domanda. Siamo di fronte a un evidente tentativo di aggirare la legge, cancellando diritti e dignità delle persone”. Non si è fatta attendere la replica della Giannini che in un recente incontro a Marina di Pietrasanta (Lucca) è tornata a puntare il dito contro i sindacati: “C’è un piano di assunzioni che riguarda 100mila persone. Che su questo si faccia polemica è difficile da comprendere”, ha detto. “Abbiamo operato questa riforma pensando che la precarietà fosse una patologia della scuola. Il sindacato non è d’accordo? Pensano che una mobilità che si negozia di anno in anno sia a vantaggio dell’apprendimento dei ragazzi e della vita degli insegnanti? Curiosamente ora che il governo mette i soldi per le assunzioni, i sindacati si oppongono”, ha aggiunto il ministro.