“La minaccia del ministro Giannini è di una gravità inaudita. La riforma della scuola rende obbligatorio inserire nei piani dell’offerta formativa le tematiche di genere, quasi sempre trattate da associazioni Lgbt e dunque in modo ideologico”. Questa la replica dell’associazione La Manif Pour Tous Italia che da tempo si batte contro l’ideologia gender nelle scuole. “Un milione di persone non si sono riunite in pazza a Roma il 20 giugno in preda a una psicosi collettiva – scrive in una nota il portavoce Filippo Savarese – ma per difendere il sacrosanto diritto di educare i loro figli, cosa che sono pronte a fare in tutti i tribunali d’Italia e di nuovo in piazza se dovesse servire”.



“Chi ha parlato e continua a parlare di teoria Gender in relazione al progetto educativo del Governo Renzi sulla scuola, compie una truffa culturale. Ci tuteleremo con gli strumenti legali”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenuta alla trasmissione “Melog: cronache meridiane” di Gianluca Nicoletti in onda su Radio 24. Per mettere a tacere ogni polemica, la responsabile del dicastero ha fatto sapere che il capo dipartimento sta inoltrando in queste ore “una circolare a tutti i dirigenti scolastici e a tutte le diramazione periferiche del mondo della scuola” per ribadire quanto espresso nell’articolo 1 comma 16 della legge 107/2015 sulla Buona Scuola, nel quale viene precisato che “il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Ogni altra ipotesi, ha aggiunto il ministro, rappresenta “una colossale truffa ai danni della società. Facciamo circolare chiarimenti, lanciamo messaggi chiari ma se ciò non dovesse bastare credo ci sia una responsabilità irrinunciabile di passare a strumenti legali”.

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