L’indagine sulle condizioni degli Asili nido italiani è uscita qualche giorno fa, come tradizione è stata svolta da Cittadinanzattiva e prova ad inquadrare la situazione di una delle realtà italiane più in crisi negli ultimi anni. Il risultato dice che anche per questo 20\5 ci sono delle grosse insidie per le famiglie italiane che tentano di iscrivere il proprio bambino al servizio del nido. I problemi? Sempre quelli, retta e disponibilità di posti, che ogni anni peggiorano nelle statistiche. Secondo l’indagine, spunta che la città più cara d’Italia per gli asili dell’infanzia è Lecco dove una retta per frequentare l’asilo nido a tempo pieno costa ben 515 euro (costo invariato rispetto al 2013-2014 ma sempre molto alto per le spese di una famiglia media). Seconda piazzata in questa classifica non certo esaltante è Sondrio, con 484 euro a retta, terza Belluno con 447€ al mese e quarta Cuneo con 458 euro; la particolarità negativa è che sono tutti al nord Italia, quella positiva è che comunque sono tutti prezzi invariati rispetto allo scorso anno. Volete mandare il pargolo al nido e volete sapere dove costa meno al Nord? Prendete residenza a Venezia, un po’ scomodo girare ma almeno costa poco il nido, soli 209 euro al mese come retta. La situazione al Sud invece? Costi meno elevati ma con la brutta notizia che salgono notevolmente rispetto allo scorso anno; Catanzaro la città meno cara (100€), seguita da Vibo Valentia, mentre è Salerno quella più costosa con i suoi 218 euro al mese. Gli indici però salgono fino al 20% rispetto alla passata stagione e questo non suona ben augurante per le famiglie del meridione, alle prese poi sempre con un difficilissimo tasso di disoccupazione che non aiuta di certo.



Ogni anno per i genitori la stessa situazione, con anzi dei peggioramenti per le iscrizioni agli Asili Nido, che ormai stanno diventando sempre più un lusso per le famiglie italiane. Secondo l’indagine 2015 di Cittadinanzattiva, presentata di recente, si scopre ci sono pochi asili pubblici, sono cari e soprattutto non sono sufficienti a soddisfare le richieste che arrivano dalle famiglie. Lo rende noto appunto quest’associazione legata ai diritti e le situazioni contingenti dei cittadini italiani che ogni anno rende noti i costi, i posti, le rette degli asili nido fornendo una classifica dettagliata provincia per provincia per quelli più o meno virtuosi. Si scopre dunque che per questo 2015 la media della spesa per mandare all’asilo comunale il proprio pargolo è di 311 euro mensili, che incide nello specifico al 12% sulla spesa sostenuta da una famiglia media italiana. La regione più cara per la media di spesa è la Valle d’Aosta, lì l’asilo nido arriva a costare circa 440 € a testa. In Calabria invece costa molto meno, 164 euro, ma rispetto allo scorso anno c’è stato anche qui un incremento netto del +18%, il massimo in Italia. Ma il vero problema ancora più dei costi, sono i posti i disponibili: sono troppo pochi rispetto alle richieste, e solo 1 bambino su 8 riesce ad entrare. Solo il 12% delle famiglie può dunque usufruire dell’asilo comunale: il commento di Tina Napoli, responsabile delle politiche per i consumatori di Cittadinanzattiva è molto chiaro. «Va assolutamente ripensato il modelli di servizio, è urgente infatti permettere di frequentare l’asilo ad un maggior numero di bambini a costi sostenibili».

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