Domani, 15  gennaio (o in qualche scuola il 16) dalle ore 18 a mezzanotte si svolgerà la seconda edizione della notte bianca del liceo classico. 

L’iniziativa è partita l’anno scorso da alcuni professori di un liceo classico di Acireale e sin dalla prima edizione ha avuto un sorprendente successo (oltre 100 istituti). Quest’anno le adesioni sono raddoppiate. Nel sito che promuove l’iniziativa è presente un video in cui scorrono velocemente i 235 nomi delle scuole aderenti e che verrà proiettato contemporaneamente come momento iniziale in tutti gli istituti. 



La mobilitazione è ingente in tutta Italia: basta consultare i siti dei licei classici per scoprire che da Treviso, Milano, fino ad Acireale (“la scuola capofila” come orgogliosamente e giustamente si definisce) scuole statali e paritarie hanno aderito con singolare entusiasmo ad un’iniziativa collocata anche in un momento non particolarmente felice per chi mantiene la scansione in quadrimestri (con chiusura il 31 gennaio) e non in trimestre e pentamestre (con chiusura a dicembre). 



La generosità con cui studenti e professori si stanno prodigando senza risparmio di tempo ed energia è segno che la posta in gioco è davvero grande. Si tratta di cogliere l’opportunità di ricucire un dialogo che sembra essersi parzialmente interrotto su una gloriosa istituzione. Sembra infatti che il classico da qualche anno a questa parte non riesca più a trasmettere in maniera chiara e convincente il proprio valore, il proprio ruolo e la propria attualità. “Il liceo classico, un’occasione per parlarne” è il titolo della tavola rotonda svoltasi il 12 gennaio presso la scuola capofila a margine delle iniziative per la notte bianca. Ed è proprio questo ciò di cui a mio avviso c’è necessità.



Difatti quando ero ragazzo e fino a qualche anno fa era quasi ovvio che chi aveva delle doti o voleva crearsi un futuro migliore scegliesse il liceo classico, una scuola ritenuta altamente formativa. Oggi non è più così, ed il calo di iscrizioni degli ultimi anni lo dimostra. La notte bianca può essere un’occasione per togliere alcuni pregiudizi che offuscano la comprensione di quello che è in realtà questo indirizzo. Da alcuni il liceo infatti è ritenuto una scuola troppo difficile (si sente dire: “al liceo classico vanno solo i geni, i topi di biblioteca, i “secchioni” … oppure “il greco e il latino sono materie complicatissime”), da altri un corso di studi non adeguatamente moderno in cui l’aspetto scientifico è trascurato, da altri ancora un percorso ormai superato dato che la cultura classica non ha molto da dire al mondo di oggi.

Nella notte bianca si avrà la possibilità di verificare direttamente quanto c’è di vero in queste affermazioni. Sarà possibile vedere ragazzi entusiasti nel far conoscere l’esperienza unica che stanno vivendo insieme ai loro insegnanti.

Magari in qualche scuola si potranno ascoltare grandi professori universitari che, scesi dalle loro illustri cattedre, trasmetteranno un po’ del loro amore per il mondo classico oppure incontrare ex studenti divenuti astrofisici, medici, avvocati, sarti, professori, infermieri, fisioterapisti, matematici, … e sentirli testimoniare quanto il liceo classico con la sua metodica ricerca della verità e della profondità delle cose, anche le più complesse, abbia inciso nella loro crescita umana e professionale.

La notte bianca del liceo classico è quindi un’opportunità per vedere davvero come stanno le cose ed eventualmente, in questo periodo in cui ancora molti sono indecisi sulla scelta della scuola superiore, per riprendere in considerazione una scuola ultimamente un po’ snobbata ma che spesso è stata un’esperienza determinante nella vita di chi l’ha frequentata.