Non solo licei. L’8 gennaio è stato presentato a Torino Eduscopio Lavoro, portale dedicato dalla Fondazione Agnelli agli sbocchi lavorativi dei diplomati italiani. Mentre la versione ormai nota di Eduscopio (seconda edizione, 2016) fornisce elementi per valutare le scuole di provenienza a partire dai risultati universitari degli studenti, Eduscopio Lavoro è stato pensato per chi, invece di andare all’università, si rivolge al mondo del lavoro. Periti e diplomati professionali, dunque. Eduscopio Lavoro, progetto sperimentale condotto su Lombardia e Piemonte, nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Agnelli ed il Crisp (Centro di ricerca dell’Università di Milano Bicocca), il cui direttore scientifico è Mario Mezzanzanica, docente di Sistemi informativi nella medesima università. 



Professor Mezzanzanica, come nasce l’idea di Eduscopio Lavoro e principalmente in cosa consiste?

L’idea di Eduscopio Lavoro nasce come naturale estensione del primo lancio del portale Eduscopio della Fondazione Agnelli che si focalizzava esclusivamente sul successo accademico (in termini di crediti conseguiti e media dei voti) dei diplomati delle scuole secondarie italiane. In questo contesto emergeva con chiarezza come per gli istituti tecnici e professionali — i cui studenti, per la maggior parte, si inseriscono nel mondo del lavoro nei mesi successivi al conseguimento del diploma — si rendesse necessario un ulteriore sforzo informativo e di analisi.



Cosa c’è in Eduscopio Lavoro?

Eduscopio Lavoro ha l’obiettivo principale di consentire alle famiglie la consultazione di informazioni semplici e comparabili su come gli istituti tecnici e professionali, sia statali che paritari, preparano i propri studenti per il mondo del lavoro. Nel portale si trovano, grazie a dati oggettivi e verificabili, informazioni confrontabili scuola per scuola in merito alla probabilità di occupazione, al tempo di attesa per il primo contratto significativo e alla coerenza tra gli studi fatti e il lavoro svolto nei primi due anni successivi al diploma da parte di 106.312 diplomati in oltre 700 scuole della Regione Lombardia e Piemonte.



Cosa emerge, in sintesi, dai risultati di questa sperimentazione? 

I dati evidenziano chiaramente come oltre la metà dei diplomati provenienti da scuole tecniche e professionali del Piemonte e della Lombardia entrino nel mercato del lavoro entro due anni dal diploma: il 41% circa dei diplomati è occupato e il 10% ha svolto più lavori saltuari e frammentati non superando, cumulativamente, i sei mesi di lavoro nel periodo considerato. L’11% dei diplomati, inoltre, ha svolto contemporaneamente attività lavorative e percorsi di studio universitari mentre il 20% ha esclusivamente intrapreso un percorso di studi accademici senza affiancarvi alcuna attività lavorativa. Molto significativo inoltre è il dato relativo al raggiungimento da parte del 55% dei diplomati che lavorano continuativamente di una posizione lavorativa con contratto stabile (contratto di apprendistato o a tempo indeterminato) entro i due anni. Soprattutto considerando il periodo di crisi economica che stiamo attraversando. Informazioni così dettagliate permettono alle famiglie e alle scuole di cogliere più in profondità le caratteristiche degli istituti scolastici che operano nel territorio, e possono fare da “bussola” per scelte più consapevoli.

Per esemplificare, gli studenti di quali scuole milanesi hanno maggiori probabilità di inserimento lavorativo? 

In un raggio di 30 chilometri da Milano, le scuole di indirizzo tecnico-settore tecnologico (quelli che fino a prima dell’ultima riforma erano i periti ecc.) che hanno le migliori performance di inserimento lavorativo sono il da Vinci di Carate Brianza con circa il 64%, seguono l’Hensemberger di Monza e il Marconi di Gorgonzola con il 58% circa e con il 57% il Riva di Saronno e il Bernocchi di Legnano. La prima scuola di Milano si trova al 53% ed è il Conti. Si vede quindi come siano le scuole della provincia che hanno migliori performance nell’inserimento lavorativo dei propri diplomati. 

 

Perché può essere uno strumento innovativo per le famiglie italiane?

Eduscopio Lavoro è un chiaro esempio di come grazie all’utilizzo consapevole e mirato delle informazioni presenti nelle banche dati amministrative si possa fare innovazione nell’ambito dei servizi. Innovazione utile alla conoscenza e a supporto dei processi decisionali. Le informazioni a disposizione — semplici, aggiornate, gratuite, confrontabili e facilmente fruibili — non si sostituiscono in alcun modo al libero processo di scelta delle famiglie e degli studenti, ma ne arricchiscono il patrimonio informativo, rendendo sempre più consapevole la scelta sulla base di informazioni dettagliate.

 

Quali prospettive per il futuro?

In questo momento storico grandi moli di dati sono e saranno sempre più disponibili. Il futuro non può quindi che essere orientato ad una crescente valorizzazione di iniziative come Eduscopio ed Eduscopio Lavoro in cui dati come quelli in questione vengono elaborati e messe a disposizione in una forma semplice e fruibile a tutti i protagonisti del sistema. 

 

Prossime sfide?

Per Eduscopio lavoro prevediamo, con la partecipazione delle regioni, di ampliare la copertura del territorio e di ampliare le analisi introducendo anche i percorsi di formazione professionale regionali.