Caro direttore,
d’accordo, è fiorentino e sarà stato allevato a pane e Machiavelli. Ma che il troppo storpia vale pure per lui. Di recente, alla scuola di formazione dei democratici, Renzi ha annunciato un tour di propaganda nelle scuole — ha persino specificato “nei licei” — per il Sì al referendum.
Io spero che nelle scuole non lo fischino e non gli rimproverino nemmeno la cosiddetta “Buona Scuola”. No, io auspico che gli studenti, anche quelli dei licei che gli piacciono tanto, si facciano trovare pronti e preparati.
Non sulla Costituzione, ahimè, ché quella Renzi e la Giannini, come la Gelmini, non glie la fanno studiare. Da quando si è insediata a Viale Trastevere, la Giannini ha sempre risposto picche alla reintroduzione dello studio del diritto e della Costituzione. Il suo sottosegretario Faraone non è stato da meno: magari ha inviato le sue collaboratrici anche a convegni dove la richiesta di far studiare la Costituzione l’ho posta direttamente io anche a nome del Coordinamento nazionale.
Ma si sa i convegni fanno audience, le decisioni sono un’altra cosa. E dire che al Senato giace una proposta di legge di un parlamentare non magari del M5s, ma proprio del Pd, il sen. Roberto Ruta, che prevedeva la reintroduzione dello studio del diritto.
Che fine ha fatto? Cari studenti italiani, chiedetelo a Renzi, Giannini, Faraone, Puglisi e Malpezzi quando vi chiederanno di votare Sì, ad esempio ad un Senato non eletto dai cittadini.
Del resto Gelmini e Giannini lo sapevano e lo sanno: più i cittadini sono consapevoli e più decidono liberamente, e non c’è bisogno di scomodare Einaudi per questo. Quindi altro che competenze di cittadinanza, è meglio che per questo gli studenti italiani siano poco europei. E già, perché pure questo ce lo chiederebbe l’Europa con la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio del 18 dicembre 2006. Ma su questo niente Europa, meglio italiani ed ignoranti.
Ora tutto questo penoso insistere, anche da parte dei media, sul fatto che il 4 dicembre la gran parte degli elettori rischia di andare a votare senza essere in grado di entrare nel merito delle questioni sottoposte al loro giudizio diretto, ha tutta l’aria di essere un pieno di lacrime di coccodrillo. Ed allora auspico che gli studenti abbiano la risposta pronta. Senza slides ma con due cartelli. Sul primo il testo dell’art. 70 della Costituzione versione Boschi. Sul secondo una domanda: ma se ci tenete tanto alla Costituzione, perché a scuola non ce la fate più studiare?