“La commissione bilancio della Camera ha approvato importanti emendamenti che portano miglioramenti in aggiunta ai finanziamenti già inseriti nella prima stesura del testo”. Altre novità sulla parità scolastica, spiega il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi. Eccole.

Sottosegretario Toccafondi, dopo il passaggio in commissione  ci sono altre novità in legge di Bilancio per le scuole paritarie?



Sì, altre novità importanti e concrete. Non sono le prime da tre anni a questa parte e spero non siano le ultime. Fino a questo governo quando si parlava di paritarie si parlava di tagli, adesso di risorse in più. È un dato di fatto. 

E quali sarebbero le ultime novità?

La commissione bilancio della Camera ha approvato importanti emendamenti che portano miglioramenti in aggiunta ai finanziamenti già inseriti nella prima stesura del testo. Stiamo percorrendo una strada non semplice, dato il tasso ideologico che c’è in Italia sulla parità scolastica, ma sono tre anni che questo governo sta costruendo questa strada. Mi lasci dire che nessun governo in settant’anni di repubblica ha fatto così tanto per la parità scolastica. Nessuno, neppure quando c’era la Dc. 



Va bene, ma ci dica cosa c’è di nuovo.

Prima di tutto il fondo destinato alle scuole materne, che in prima stesura era di 25 milioni, passa a 50 grazie agli emendamenti. Inoltre da questa legge di stabilità le paritarie avranno il contributo statale entro il 31 ottobre, chi dona con lo strumento dello “school bonus” verserà direttamente alla scuola e non più al Miur. I fondi per l’alternanza scuola-lavoro saranno disponibili anche per le paritarie. Così come i fondi Pon che saranno aperti anche ai progetti delle paritarie, novità che permetterà agli istituti paritari di accedere ai bandi con progetti autonomi e non più solo in rete con gli istituti statali. 



Queste novità si inseriscono in un quadro che già presentava altre novità come ci aveva raccontato pochi giorni fa. Può dirci in maniera organica quali sono i risultati finali?

Alle novità sopra elencate occorre aggiungere ciò che già avevamo inserito: il raddoppio dei fondi sulla disabilità — si passa a 24,5 milioni — e si va avanti anche sulle detrazioni per le famiglie. Lo facciamo gradualmente dopo alcuni emendamenti, ma la volontà di aiutarle c’è tutta. In  quattro anni le detrazioni all’anno e per bambino passeranno da 400 a 800 euro. Per il 2016 560 euro, per il 2017 717 euro, nel 2018 786 euro ed infine nel 2019 800 euro. Per la prima volta, un anno fa, lo stato ha iniziato a riconoscere alle famiglie che ciò che spendono per l’educazione ha un valore pubblico; la nostra volontà è quella di arrivare alla detrazione totale di quanto si spende. Con la legge di bilancio poi, grazie al lavoro di Area Popolare e del ministro Costa, si aiutano le famiglie con un voucher di 1.000 euro dato alla famiglia per l’asilo nido sia esso statale, comunale o privato. In due anni e mezzo abbiamo dato segnali fortissimi sulla parità scolastica. Sommate tutte queste misure fanno 575 milioni che andranno alle scuole oltre le detrazioni che invece sono un sostegno alle famiglie. Nessuno, mai, ha neppure pensato di fare così tanto per la parità. 

Negli ultimi giorni lei e il ministro Giannini avete anche fatto un resoconto dei controlli effettuati alle scuole paritarie di secondo grado. Che c’entra con la parità?

C’entra eccome. Chi si nasconde dietro la parità scolastica e fa “scuola” tanto per dare un foglio di carta ai ragazzi, fa male ad un sistema di scuole vere. Abbiamo fatto 288 controlli da gennaio a luglio e tolto a 27 scuole la qualifica di parità perché trovate gravi irregolarità. Più controlli significa più serietà e di conseguenza meno dibattito sui cosiddetti “diplomifici” e più dialogo non ideologico sulla scuola, statale o non statale.

 

Le novità appaiono molte, sembra cambiato qualcosa come opinione da parte della politica. E’ vero? E cosa?

Cambia l’atteggiamento se cambia l’approccio di chi fa politica. Se parti da un approccio ideologico, l’atteggiamento sarà di chiusura e sarà impossibile dialogare e cambiare le cose. Diversamente se parti dalla realtà allora si può dialogare e forse cambiare. Per le paritarie è accaduto così. Per la parità scolastica, così come su tanti altri argomenti, occorre dare le ragioni delle scelte e occorre darle dentro il governo, con la maggioranza e con le opposizioni. Non usando argomenti ideologici ma dando ragioni. Sembra facile ma per chi fa politica, ma non vale solo per la politica, non sempre questo atteggiamento è scontato. È molto più facile urlare, dire che tutto va male, argomentare il no a tutto, sempre e comunque.