Una delle prassi più sviluppate e amate dai praticanti (impegnati con l’esame avvocato) riguarda la scelta quasi sempre assegnata dagli studi legali alla preparazione concessa degli stessi candidati: in poche parole, dopo l’uscita dei risultati a giugno, il range di tempo per gli orali va da settembre ad inizio dicembre. In molti casi gli studi legali che hanno praticanti impegnati con le prove dell’esame concedono tutto il tempo di attesa tra giugno e il momento dell’orale per poter preparare al meglio l’esame orale tra i più difficili d’Italia. Questo però non sembra viene concesso e la speranza degli aspiranti avvocati viene a volte “interrotto” dalla volontà degli studi legali di avere a disposizione del praticante anche mentre starebbe preparando l’esame orale. Numerosi sono i casi nel passato di eccellenti studenti che hanno conseguito risultati ottimi agli scritti ma poi non ha passato gli orali per non essere riusciti a preparare in tempo la seconda parte dell’esame avvocato, proprio perché “costretti” a lavorare anche in quel periodo. E il vostro studio di praticantato, cosa ha deciso? Il consiglio è cercare di capirlo fin da subito per eventualmente prepararsi con largo anticipo ad eventuali spiacevole sorprese in estate.
L’attesa è tanta e lunga verso i risultati degli scritti con l’Esame Avvocato 2016-2017 che vedrà la seconda parte del suo svolgimento attorno a giugno con i risultati e le date uscite degli orali, che però scatteranno da settembre. Quali sono però le prime tre regole che potete iniziare a mettere in pratica, se non lo avete già fatto nei due anni di praticantato negli studi legali, per iniziare ad affrontare la prova orale come vero test in vista della vostra professione? Il sito La Legge per Tutti consiglia una lunga lista di doti e qualità che ogni buon avvocato dovrebbe avere, al netto di ogni film americano che potrebbe avere “rovinato” l’idea di una professione del genere. Ma i primi tre posti da cosa è occupato? Pazienza, Umiltà, sinteticità. Se per le prime due doti si può avere lentamente un’idea a riguardo legata la mondo dell’avvocatura – pazienza dettata dal “sapere aspettare i tempi”, fare i conti con la burocrazia e le inefficienze dei tribunali o dei pubblici uffici, gestire la variazione dei fattori di una causa – mentre umiltà serve qui come in tutti i lavori per poter imparare senza strafare e con il tempo giusto per ogni persona. Ecco, per quanto riguarda la sinteticità giustamente il portale online la consiglia: «C’è chi ancora crede che l’avvocato debba essere prolisso, ampolloso, barocco e che, per convincere, debba fare ricorso a tutto l’arsenale di parole presenti in un vocabolario. Nulla di più falso: solo la semplicità risulta convincente. E la semplicità si basa su poche, dirette e immediate parole».
Dopo le prove scritte dell’esame di avvocato 2016 cresce l’attesa per i risultati, che però non arriveranno prima della metà del nuovo anno. Gli aspiranti avvocati, però, sappiano che devono essere valutati con un voto chiaro e motivato. Lo stabilisce il Consiglio di giustizia amministrativa, che ha ribaltato la sentenza del Tar di Catania, accogliendo l’appello dell’avvocato Santi Delia a difesa di alcuni giovani praticanti avvocati. La loro prova era stata bocciata senza alcuna spiegazione dalla Commissione della Corte d’appello de L’Aquila che aveva il compito di correggere le prove dei candidati messinesi, da qui la decisione di procedere con un ricorso. Il giudizio numerico, dunque, non è sufficiente. «È un traguardo di civiltà giuridica, non essendo ammissibile subire una bocciatura senza comprenderne le ragioni e senza che poi tale valutazione possa essere censurata dal Giudice amministrativo» il commento del legale Delia, riportato dal portale tempostretto.
All’indomani della notizia sull’inchiesta per presunti brogli nell‘esame di avvocato dell’anno scorso, tengono ancora banco le misure adottate dalle commissioni durante le prove scritte per evitare che i candidati copiassero. A Catanzaro, ad esempio, è stato monitorato lo spettro radioelettrico con schermature delle frequenze dei cellulari e dei collegamenti wireless. Questa è stata una delle novità introdotte dal Ministero della Giustizia con il decreto 48 del febbraio scorso. Dunque, gli aspiranti avvocati non hanno potuto usare cellulari e tablet, né chiamare o ricevere telefonate, né navigare su internet, visto che i dispositivi sono stati resi inutilizzabili. Regole più stringenti visto che il capoluogo calabrese negli anni passati è stato protagonista di vicende clamorose. Nel 1997, ad esempio, fu aperta un’inchiesta dalla Procura della Repubblica sulla terza prova scritta: quasi la totalità degli elaborati erano identici. Emerse che a Catanzaro per l’esame di avvocato arrivavano candidati da ogni parte d’Italia perché la media dei promossi superava il 90%. Da qui la decisione di modificare i criteri di correzione con lo scambio dei compiti tra le corti di appello.
L’esame di avvocato del 2015 è finito sotto inchiesta all’indomani della sessione del 2016. Serviranno ulteriori approfondimenti per fare chiarezza sullo scandalo relativo all’anno scorso, ma anche l’esame di quest’anno è stato oggetto di critiche, lamentele e voci su presunti brogli e ipotesi di futuri esposti. Un praticante reduce dall’esame di avvocato 2016, che ha imposto anonimato e riservatezza, ha espresso le sue perplessità ai microfoni de La Città di Salerno: «È uno schifo, ancora una volta. I controlli e i divieti non valgono per tutti». Le lamentele riguardano il monitoraggio degli esaminandi: nelle aule delle prove è predisposta una muraglia di controlli, ma sarebbero emerse alcune falle che potrebbero essere previste proprio per permettere che alcuni vengano aiutati. Non sono ancora disponibili i risultati delle prove scritte, di conseguenza è ancora presto per proiettarsi a quelle orali, ma molti candidati, come riportato dal quotidiano campano, parlano di presunti favoritismi.
Brutta vicenda a Salerno dove per l’esame avvocato svoltosi un anno fa risultano 60 indagati per un maxi illecito con accusa di falso: dalle prime ricostruzioni fatte dai media locali come La Città di Salerno, pare che ben 60 candidati avvocati lo scorso dicembre abbiano copiato il compito da un sito internet specializzato in legge. «Sono oltre sessanta gli aspiranti avvocati che la Procura diNocera Inferiore ha messo sotto inchiesta per l’esame di stato svoltosi nel dicembre del 2015 all’Università degli studi di Salerno, negli spazi del campus di Fisciano. Sono indagati con l’accusa di falso in concorso, per aver tentato di ingannare la commissione d’esame copiando gli elaborati da un sito internet», si legge nella ricostruzione dei colleghi di Salerno. Un’indagine incamminata dopo le segnalazioni di alcuni docenti che correggendo il test di 60 proto-avvocati risultavano del tutto uguali alla versione online. «Quella copiatura pedissequa, senza modifiche che potessero introdurre elementi di originalità, ha tradito gli esaminandi, mettendo i commissari sulle tracce di un telefono cellulare da cui sarebbe partita la connessione internet per il sito che metteva a disposizione lo svolgimento delle tracce d’esame», segnando uno dei maxi scandali dei concorsi pubblici che ancora oggi fa rumore, con l’iscrizione sul registro degli indagati di ben 60 ex candidati all’esame di avvocato.
Bisognerà attendere almeno fino al mese di giugno del 2017 per ottenere la pubblicazione dei primi risultati delle prove scritte. Fino ad allora le migliaia di candidati impegnati negli scritti non sapranno se avranno o meno accesso al temutissimo colloquio orale. Ma qual è lo stato d’animo degli aspiranti avvocati alla fine dell’esame? Quali le loro sensazioni? Per avere un quadro chiaro della situazione basta dare un’occhiata sui social, dove sono riportate le impressioni dei protagonisti dei test. Il pensiero ricorrente è quello del sollievo, ad esempio c’è chi scrive:”Reduce dai 3 giorni degli scritti #esameavvocato a Napoli… Solo chi lo ha fatto, a Napoli, può capire. E adesso 7-8 mesi di attesa”; qualcuno invece dà un consiglio a quanti in queste ore stanno spulciando sul web tra le soluzioni per capire se hanno interpretato correttamente i quesiti proposti dagli scritti:”Non guardate le soluzioni online delle tracce, dimenticatevene e non pensateci più fino ai risultati. #esameavvocato”. A racchiudere le speranze di tutti gli aspiranti avvocati è però l’utente scrive:”l’incredibile esperienza dei 3 giorni degli scritti dell’esame di avvocato è andata. Sarà la prima e ultima? A giugno la sentenza”.
-L’esame avvocato 2016 che ha impegnato migliaia di candidati è giunto ad un punto di svolta cruciale: da una parte le prove scritte sono soltanto un ricordo (per capire se felice o triste bisognerà attendere i risultati), dall’altra c’è ancora da superare uno scoglio importante come quello rappresentato dalla prova orale. Tra gli aspiranti avvocati è alta la percentuale di chi ritiene che sia proprio il test orale quello più arduo da superare. A cosa si deve questa sensazione comune? Basta forse ricordare, come fa controcampus.it, che i candidati verranno giudicati (è proprio il caso di dirlo) da una commissione composta da avvocati, professori universitari e magistrati. Il rischio di sfigurare davanti a colleghi che quotidianamente si incontrano nei corridoi del Tribunale è elevato. Se a questo si aggiunge la normale dose di ansia ed emotività portata in dote da un esame capite bene perché il colloquio rappresenta per molti un vero e proprio spauracchio.