Egregio direttore,
conoscendo l’interesse con cui il suo quotidiano segue le vicende scolastiche, volevo renderla partecipe di alcune osservazioni che ho avanzato all’interno del Convegno “Presidi, sceriffi o manager?”, organizzato l’11 febbraio 2016 a Roma dall’on. Elena Centemero (dipartimento scuola e università di Forza Italia) e al quale ho partecipato come neodirigente scolastico e come responsabile del Gruppo sulla valutazione di Diesse Lombardia. Data l’autorevolezza dei relatori, i contenuti del Convegno potranno essere approfondita alla pubblicazione degli atti. 



A differenza della maggior parte degli interventi, poiché è solo il secondo anno che sono dirigente, l’ottica con cui ho affrontato il problema dell’applicazione della legge 107/15 (Buona Scuola) risente ancora parecchio dei miei 28 anni di insegnamento, oltre che dell’esperienza maturata come formatore sulla valutazione. La stessa Diesse Lombardia aveva promosso il 7 settembre 2015 un convegno sulla 107, con la partecipazione di quasi 300 persone fra dirigenti e docenti. Le osservazioni frutto del lavoro di tre gruppi formatisi a seguito del convegno sono confluite in quelle da me proposte. 



Ecco, in sintesi, le cinque osservazioni avanzate.

1) Il carico lavorativo che il ds ha dovuto sobbarcarsi fin dal luglio 2015 è stato veramente pesante. Praticamente su tutti i fronti si agisce sempre con fretta o si devono introdurre novità (dal Pof al Ptof: pochi dall’esterno sanno quanto sia pesata quella T…) o accettare cambiamenti tutt’altro che pacifici (comitato di valutazione). Il ds rischia di non riuscire a reggere fisicamente e psichicamente tale carico.

2) Le novità della 107 non sono di facciata: alternanza scuola-lavoro, premialità, ambiti territoriali e chiamata diretta… Alcune di esse sono per ora congelate, in attesa dei lenti decreti attuativi, ma altre riempiono già pienamente le giornate dei dirigenti e dei docenti coinvolti in esse. Una per tutte: l’alternanza. Per realizzarla è impossibile che un ds sia lasciato solo e necessariamente si deve trovare un insieme di docenti da coinvolgere nel lavoro di collegamento con gli enti e le aziende e, soprattutto, bisogna che i genitori si sentano responsabili in prima persona della ricerca di posti stage. Per questo la prima osservazione che mi sento di proporre è la seguente: l’attuazione della 107 non può essere realizzata da un uomo solo al comando, ma deve essere a carico di tutti i soggetti della scuola. Ma senza qualcuno che diriga il lavoro esso semplicemente non partirà. Se questo qualcuno lo si vuole chiamare manager non vedo nulla di male.



3) Il problema maggiore è che queste novità sono state calate in un quadro che astrattamente si chiama scuola dell’autonomia, ma che in realtà presenta delle condizioni al contorno rigide. Rigide al punto che alcune delle novità introdotte non si capisce come possano essere realizzate, se non uscendo dal quadro. Se non si interverrà ulteriormente per sbloccare alcuni meccanismi, si rischia di affossare per via amministrativa quello che il legislatore ha deciso. 

Ad esempio, in base a quale contratto di docenza si potrà utilizzare il docente dell’organico dell’autonomia, magari fra più scuole dello stesso ambito territoriale? La formazione è un dovere (riprenderò poi il tema), ma le 40 ore a disposizione per il collegio docenti e le sue articolazioni sono già sature. Neppure un preside sceriffo riuscirebbe a “riportare ordine”: la quadratura del cerchio non rientra nelle sue competenze.

4) Un tema ci sta particolarmente a cuore ed è la formazione. La legge la definisce “obbligatoria, permanente e strutturale”. La Nota Miur del 7 gennaio 2016 si spinge oltre e anticipa che il Piano nazionale di Formazione “porrà l’enfasi sull’innovazione dei modelli di formazione” e critica i “corsi di aggiornamento routinari e basati essenzialmente su conferenze”. Non possiamo che essere soddisfatti di questa impostazione, ma ci permettiamo di sottolineare che allora anche il problema dell’organizzazione dei corsi non potrà essere affrontato in modo tradizionale, come invece sembra essere iniziata l’impostazione dei corsi per i neodocenti. La stessa nota prosegue dicendo che “è altresì auspicabile che in questo sistema in costruzione siano pienamente valorizzati il ruolo delle associazioni professionali e disciplinari dei docenti”. Noi ci associamo anche al successivo richiamo che siano valorizzate le reti di scuole e auspichiamo che gli Usr verifichino l’efficacia dei corsi di formazione che finanziano, per evitare un “addestramento” centralistico che spesso si è rivelato poco utile.

5) Da ultimo: la 107 ha aggiunto al numero già elevato di responsabilità del ds una nuova serie di impegni che lo vedono protagonista. Per un simile ruolo forse la definizione meno approssimativa è quella di leader della complessità. Un tale leader identifica come risorsa centrale dell’organizzazione le persone e attorno ad esse decide quali siano le altre risorse alle quali attingere per la realizzazione dei progetti.

Solo con questa valorizzazione le persone diventano soggetti che partecipano alla vita della scuola, in quanto condividono i fini e le attività che in essa si svolgono: sono motivate a contribuire ad essi, con atteggiamenti coerenti. Sottolineo che quando parlo di partecipazione non mi limito all’aspetto tecnico-professionale (importante, ma non unico), bensì anche a quello che ha che fare con le relazioni che caratterizzano la vita scolastica. Se esse sono impostate correttamente generano anche autonomia, innovazione, senso di appartenenza, tutti elementi che concorrono a fare diventare la scuola un ambiente vivo.

Il ds con la 107 teoricamente può valorizzare la persona: con la formazione, con eventuali incentivi economici. Ma l’obiettivo a cui puntare è la possibilità di creare condizioni perché le persone riconoscano un significato nel lavoro svolto e ne siano gratificate.

Si diano però al ds gli strumenti per poter esercitare la sua leadership e creare ambienti quotidiani nei quali la persona possa trovarsi bene, altrimenti la quotidianità diventerà difficile da gestire e anche le scelte innovative presenti nella 107 non potranno essere realizzate.