Tanti i commenti, i dubbi, le lamentele, le denunce, i ricorsi dei docenti riguardo al concorso scuola 2016. Sfoghi pubblicati soprattutto sui social network dagli insegnanti che si apprestano a sottoporsi alle prove della selezione previste per i prossimi mesi ma non solo. Anche gli esclusi, visto che il concorso è riservato ai soli abilitati, fanno sentire la loro voce. E allora, in particolare su Twitter, c’è chi definisce la selezione “una truffa”, chi sottolinea che “superare il #concorsoscuola NON significa vincerlo! Solo i primi in graduatoria lo vinceranno!”, chi chiede i quesiti-prova per esercitarsi. Il concorso scuola 2016 continua dunque a far discutere: le polemiche vanno avanti da mesi, prima per il ritardo nella pubblicazione del bando (arrivato a fine febbraio, dopo tre mesi dalla data inizialmente annunciata, cioè inizio dicembre), poi per le categorie di docenti escluse, e ancora per i quesiti in lingua straniera previsti tra le domande d’esame. I sindacati hanno già annunciato ricorsi e la risposta del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è stata un invito a non andare per carte bollate.
Altri ricorsi in vista per il concorso scuola 2016. Dopo quelli annunciati dall’Anief anche Confedercontribuenti è sul piede di guerra contro il ministero dell’Istruzione. Michela Russo, componente della Direzione Nazionale di Confedercontribuenti e Legale dell’associazione spiega infatti, come si legge sul sito dell’associazione, che “il concorso indetto dal MIUR presenta profili di illegittimità. Esclude i docenti con 36 mesi di servizio ma non in possesso del titolo di abilitazione contrastando con la normativa sul pubblico impiego che prevede una riserva di posti a favore di coloro che abbiano svolto attività lavorativa per tre anni alle dipendenze della P.A. che ha indetto il concorso (art. 35 D.Lgs. n. 165/2001); quelli già con un contratto a tempo indeterminato ledendo il principio generale, riconosciuto anche a livello comunitario, di parità di trattamento e crescita professionale; e i diplomati magistrali con sperimentazione linguistica conseguita entro l’anno scolastico 2001 – 2002”. E aggiunge: “A coloro che hanno interesse a partecipare al maxi concorso scuola 2016 e che ne sono esclusi, consigliamo di inviare comunque domanda di partecipazione e nel tempo stesso possono impugnare il bando innanzi al TAR Lazio: la Confedercontribuenti sta predisponendo un ricorso collettivo, a cui è possibile aderire entro il 30 marzo 2016”.
E’ uno “spreco di soldi e di risorse umane” il concorso scuola 2016 per l’Adida (Associazione Docenti invisibili da Abilitare), l’organizzazione più rappresentativa che si occupa quasi esclusivamente della tutela dei docenti precari della scuola. Secondo quanto riportato da OrizzonteScuola infatti “il MIUR, infatti, non ha accolto nessuna delle richieste avanzate dal precariato storico della scuola e dalle migliaia di docentiabilitati che, attualmente in servizio, nonostante permettano alle scuole di ogni ordine e grado di sopravvivere data la strutturale carenza di organico dovranno misurarsi con le prove previste dal bando. (…) Ora che il concorso è stato bandito, si è inevitabilmente affievolita la protesta, a causa di una generalizzata sfiducia negli strumenti democratici, completamente ignorati dal Governo, che ha finto di ascoltare tutti ma poi, con un’arroganza mai vista nella storia repubblicana, ha scelto in modo unilaterale, simulando un teatrino parlamentare molto avvilente” (clicca qui per leggere tutto)
Il concorso scuola 2016 uscito poche settimane fa con il bando specifico su Istanze online è stato fin da subito vittima di proteste e polemiche di vario tipo per via dei ritardi, dei punti di non chiarezza nella presentazione della domanda online e infine anche per le specifiche prove scritte e orali che dovranno sostenere i 63mila docenti abilitati e possibilisti all’esame. Dopo la richiesta del Ministro Giannini ai non abilitati e ai docenti di ruolo di non fare ricorso, risponde il sindacato scolastico Anief, con un nota molto dura. «Ogni cittadino italiano ha pieno diritto a ricorrere in tribunale contro degli atti amministrativi errati: sbaglia chi invia segnali opposti all’opinione pubblica, chiedendo di accettare tutte le decisioni in modo supino e subalterno, anche quando queste violano la giurisprudenza», replica Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal. Stefania Giannini, vertice del Miur, aveva detto testuali parole, “impostare questa straordinaria opportunità che sulla base della Costituzione finalmente viene restituita al mondo della scuola, fra tribunali amministrativi e carte bollate, è una scelta che i sindacati sono liberi di far,e ma credo che non sarebbe una scelta vincente e la direbbe unga sulla loro visione del mondo”, come abbiamo riportato anche nei giorni scorsi queste dichiarazioni hanno evidente colto nel segno, con la rabbia e reazioni degli stessi sindacati scolastici e non, sull’orlo di guerra.