Richiesta congiunta delle associazioni di insegnanti, dirigenti e gestori, Diesse – Disal – CdO Opere Educative, riguardo la formazione dei docenti. In un comunicato le associazioni chiedono di “bandire al più presto il III ciclo di Tirocinio formativo attivo”. Sono trascorsi ormai quasi due anni dal bando, pubblicato il 16 maggio 2014, con il quale si dava avvio al II ciclo di Tirocinio Formativo Attivo (TFA), il percorso abilitante per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e di II grado. Nel frattempo tanti giovani si sono laureati e attendono la possibilità di proseguire la propria formazione per diventare insegnanti. I due cicli di TFA finora svolti, – pur nella loro imperfezione strutturale e le notevoli storture e contraddizioni insite nel percorso – hanno consentito a una platea di aspiranti insegnanti di formarsi – non senza un notevole sacrificio di tempo e denaro – e di partecipare oggi al concorso nazionale per l’immissione in ruolo. È pur vero, d’altra parte, che ci si trova nel mezzo di un tentativo riformatore poiché la formazione iniziale è una tra le numerose deleghe previste nella legge 107/2015 [art. 1, comma 181, lett. b)] che dovranno essere attuate nei prossimi mesi.



Nelle more dei decreti attuativi e del nuovo sistema, che richiederà tempi medio-lunghi per la sua entrata in vigore, appare quindi necessario consentire l’avvio di un III ciclo di TFA, al fine di assicurare una certa continuità alle procedure abilitanti, facendo seguito alle numerose rassicurazioni via via esposte nel corso degli ultimi mesi. Inoltre, appare da evitare la proposta, emersa di recente, di bandire questo III ciclo solo per alcune classi di concorso (quelle già attualmente “esaurite” nella scuola di Stato): una tale decisione rappresenterebbe un’irragionevole, ingiusta e immotivata preclusione alle legittime aspettative di tanti laureati, tenendo conto che, nell’attuale sistema, l’abilitazione conseguita tramite TFA non è legata all’immediato reclutamento nello Stato e che anche le scuole paritarie sono tenute ad utilizzare docenti abilitati. Auspichiamo quindi che il ministro Giannini, e con lei tutto il MIUR, diano prontamente seguito a quanto pubblicamente dichiarato senza più rinvii e incerti annunci avviando al più presto un nuovo ciclo di TFA. Il rischio, altrimenti, è quello di far rimanere in un limbo giovani laureati che, senza alcuna colpa, si sono semplicemente attenuti alle regole e di non permettere alle scuole di avvalersi di nuove generazioni di insegnanti.

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