Caro direttore,
il 18 e 19 maggio in tutta Italia si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari). Per tutti gli studenti universitari è l’occasione per scegliere di implicarsi.
In questi tre anni di rappresentanza nel Cnsu, il Clds (Coordinamento liste per il diritto allo Studio) ha cercato di portare a Roma un modo di pensare all’università e ai suoi problemi che nasca dall’essere coinvolti nelle situazioni, in prima persona e in dialogo con gli altri.
Una delle questioni su cui ci siamo concentrati è il “nuovo” Isee: una nuova modalità di calcolo del reddito che ha comportato la perdita della borsa di studio da parte di un gran numero di studenti. Il lavoro che abbiamo fatto al Cnsu ha portato alla revisione delle soglie di accesso ai benefici del diritto allo studio a partire dall’anno accademico 2016/17 (soglia Isee da 21mila a 23mila, soglia Ispe da 35mila a 50mila). Ciò permetterà di riportare alla normalità la platea degli idonei alla borsa di studio (in molte università lo scorso anno accademico gli aventi diritto alla borsa di studio sono calati del 20%).
Oltre a questo significativo risultato, sul fronte Isee abbiamo lavorato anche alla possibilità di non calcolare come reddito (all’interno dell’indicatore) le borse di studio di qualsiasi natura (diritto allo studio, mobilità internazionale, merito sportivo, tesi all’estero, ecc.) e i guadagni derivati dalle cosiddette 150 ore. In queste settimane il ministero dell’Istruzione valuterà la nostra proposta.
A inizio 2013, a fronte dei tagli previsti alle borse di studio degli specializzandi in medicina, ci siamo mossi tramite una raccolta firme che in poche ore ha avuto più di 40mila adesioni in tutta Italia. Questa straordinaria mobilitazione nazionale ci ha permesso di incontrare il ministro della Salute. I contratti di specializzazione sono passati così da 3mila a 6mila e la legge di stabilità per il 2016 ha stabilito che queste borse dovranno essere 6mila ogni anno fino al 2020.
Un’altra conquista importante è stato l’aumento del fondo per le borse di studio. Ad oggi difatti alcuni studenti, circa 46mila in tutta Italia, sono “idonei non beneficiari” e quindi pur avendo diritto alla borsa di studio non riescono, di fatto, a percepirla a causa dell’assenza di fondi. I 55 milioni di euro aggiunti al fondo già esistente e resi disponibili purtroppo solo per quest’anno, permetteranno a circa 15mila studenti in più (rispetto agli altri anni) di ricevere una borsa di studio.
I problemi della nostra università sono molti e con essi gli obiettivi da raggiungere. Il nostro impegno è volto a cercare soluzioni concrete, senza pregiudizi ideologici o risposte preconfezionate, valorizzando tutti i tentativi positivi in atto, da qualunque parte provengano. Per questo ci presentiamo alle elezioni del 18 e 19 maggio.
Ma non si tratta solo di andare a Roma. Il primo contributo che, come studenti, possiamo dare di fronte alle nuove sfide che ci attendono è, infatti, vivere in prima persona l’università, con le sue opportunità e le sue sfide, frequentando i corsi, dialogando con i professori, proponendo incontri culturali, promuovendo iniziative di aiuto allo studio eccetera, fino a rappresentare gli studenti nei vari organi. E desideriamo condividere con tutti questo modo di vivere l’università.