Una bella provocazione quella di chi, commentando il rapporto quadriennale dell’Oms sulla salute e il benessere dei giovani europei, punta il dito contro una scuola incapace di destare l’interesse e di ottenere un “mi piace” dalla maggior parte dei ragazzi italiani.
Eppure le proposte di rinnovamento della scuola non mancano: dalle nuove strategie didattiche come il cooperative learning (apprendimento a piccoli gruppi) o la flipped classroom (pedagogia dell’insegnamento capovolto), all’introduzione massiccia del digitale nelle aule, all’incentivazione del merito e alla valutazione dei presidi. Il ministero dell’Istruzione, le associazioni di settore, i mass media chiedono ai docenti di innovarsi tecnologicamente, di cambiare il loro metodo di insegnamento, di sottoporre il proprio operato a una valutazione sistematica, così da attrarre i giovani alla cultura, al sapere, al “saper fare” e al “saper essere”.
Ma è davvero compito esclusivo dei docenti l’educazione dei giovani? Se “per educare un bambino ci vuole un intero villaggio” (secondo il bel proverbio africano recentemente citato da Papa Francesco), chi sono gli adulti del villaggio? Si può davvero ambire a educare una persona in crescita senza l’aiuto di chi ha responsabilità nella società civile, nell’economia, nel diritto? Può la scuola costruire un percorso sensato di apprendimento senza tener conto che fuori dalle aule tutto cospira contro quella capacità di concentrazione, di impegno, di responsabilità che lo studio implica? La parola “studio” nel Gradit (Grande dizionario italiano dell’uso, di T. De Mauro) ha infatti almeno una dozzina di significati, tutti legati all’idea di impegno: applicazione, attività, ricerca, analisi, esame, progetto, composizione, cura, desiderio, lavoro. Studio e lavoro non sono poi così lontani…
La necessità di condividere la responsabilità educativa con professionisti ed esperti di economia e diritto è stata avvertita dalle scuole aderenti all’Associazione “Il Rischio educativo”, la quale ha organizzato, insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà, una summer school dal titolo “Far il bene comune. Economia e diritto nella cultura e nella scuola”, che si terrà a Firenze dal 13 al 15 luglio 2016.
Proseguendo nel tentativo iniziato l’anno scorso da Accademia di avvicinare il mondo della scuola a quello economico, giuridico, finanziario, trattando dell’argomentazione, quest’anno si intende affrontare temi quali la relazione tra educazione della persona e capacità lavorativa, i principi costitutivi della persona, il diritto e il dovere dell’educazione, il potere e i poteri, gli elementi che determinano il benessere di una nazione, i nuovi scenari dell’economia e dei diritti, il valore della società civile e della democrazia, le ragioni dell’impegno civico e sociale, la Costituzione italiana, la dottrina sociale della Chiesa.
Ciò che muove il comitato organizzatore della summer school, diretto da Onorato Grassi e Giorgio Vittadini, è la considerazione del fatto che la riflessione culturale sull’economia, sul diritto e sulla società civile sia parte essenziale dello sviluppo di una consapevolezza critica, finalità ultima del percorso educativo a scuola. Si approfondiranno, perciò, nelle tre giornate di lavoro alcune caratteristiche della conoscenza, della cultura e dei metodi dell’economia e del diritto, per poi entrare nel merito delle modalità di insegnamento e di apprendimento, nel quadro dei criteri educativi e della proposta culturale della scuola, valorizzando esperienze didattiche e buone pratiche, con riferimento a progetti e programmi ministeriali (“Cittadinanza e Costituzione”, legge 169/2008).
Il corso residenziale, rivolto a gestori e responsabili di funzioni direttive, di guida e di sviluppo della didattica, a insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, dall’infanzia alle superiori, a giovani ricercatori, si articola in sessioni di lavoro plenarie, curate da docenti universitari ed esperti, con discussioni di approfondimento. Per ogni sessione, oltre alla discussione delle relazioni, sono previsti interventi di docenti dei vari ordini di scuola riguardanti approfondimenti ed esperienze didattiche effettivamente svolte.
Per ulteriori informazioni e per il programma dettagliato delle relazioni: www.ilrischioeducativo.org.